Trattativa esclusiva con il concorrente Elior per cedere i ristoranti da Parigi a Nantes. Business troppo piccolo: vale 50 mln di euro di ricavi
Cinquanta milioni di euro di ricavi non bastano. Meglio andarsene e passare la mano. Autogrill, il primo operatore al mondo nei servizi di ristorazione per chi viaggia (così si presenta nel suo sito sotto il pay-off «Feeling good on the move»), ha deciso di lasciare al concorrente Elior, altro grande player mondiale del settore, i suoi ristoranti nelle stazioni ferroviarie francesi di Paris-Gare de l’Est, Paris Saint-Lazare, Lione Part-Dieu, Roissy Tgv (la stazione dei Tgv all’interno dell’aeroporto Charles De Gaulle), Saint Pierre-des-Corps e di Nantes.
Il «désengagement», l’uscita del gigante italiano della ristorazione, controllato dal gruppo Benetton (4,3 miliardi di ricavi nel 2015 con un Ebitda in forte crescita a 37 milioni di euro, +61%), dal mercato francese (limitatamente alle concessioni ferroviarie, mentre sulle autostrade non cambia nulla almeno per il momento) avviene tecnicamente attraverso una «négociation exclusive en vue du transfer de 100% du capital d’Autogrill Restaurant Service à Areas», società spagnola quest’ultima controllata a sua volta dal gruppo Elior.
C’è tempo fino al 31 luglio per concludere questa «trattativa esclusiva», cioè per fare tutto quello che si fa in questi casi: auditing, controllo dei bilanci, due-diligence, verifica degli assett, con tutta la trasparenza possibile visto che si tratta di due società quotate, Autogrill alla Borsa di Milano, Elior Group a quella di Parigi.
Resta la domanda chiave: perché Autogrill lascia le stazioni francesi, che pure generano 50 milioni di euro di fatturato, in un momento in cui il traffico ferroviario è in aumento e la strategia della Sncf, la società ferroviaria pubblica, è quella di rafforzare proprio la ristorazione di qualità mobilitando perfino i grandi chef (vedere ItaliaOggi del 28 febbraio)?
L’a.d. Gianmario Tondato da Ruos, braccio destro del presidente Gilberto Benetton, dà la seguente spiegazione: la Francia resta un mercato importante, ma le stazioni ferroviarie sono un business troppo piccolo e al momento non suscettibili di crescita («taille limitée et pas d’opportunités immédiates de croissance», dimensioni limitate e scarse opportunità di sviluppo, si legge nel comunicato congiunto Autogrill-Elior).
Il patron di Elior, Philippe Salle, alla guida del gruppo da appena un anno, la pensa in modo diametralmente opposto: le stazioni ferroviarie sono una piattaforma economica strategica per lo sviluppo di un gruppo che ha un fatturato superiore a quello di Autogrill (5,6 miliardi di euro), è primo in Francia e in Spagna e primo in Italia nel segmento aeroporti (e gestisce anche, con la controllata Itinere, il catering sulle Frecce di Trenitalia).
La prova? La concessione appena ottenuta dalle ferrovie francesi per aprire un maxiristorante alla Gare du Nord, la stazione parigina da cui parte l’Eurostar, il treno veloce che collega la capitale francese con Londra, e da cui transitano 700 mila viaggiatori al giorno. Solo dalla Gare du Nord Elior stima di ricavare in dieci anni, tanto dura la concessione, 700 milioni di euro di fatturato. Altro che «taille limitée» come dice l’a.d. di Autogrill.
Giuseppe Corsentino, Italia Oggi