Rcs, Cairo non ritocca l’offerta
Oggi Urbano Cairo deposita in Consob il prospetto dell’offerta pubblica di scambio (ops) per arrivare al 100% del gruppo Rcs-Corriere della Sera, mentre gli attuali soci Rizzoli si riuniscono in assemblea per approvare i conti 2015. L’offerta di Cairo potrebbe arrivare a giugno, secondo lo stesso editore di magazine e del canale tv La7, che tiene conto dei tempi tecnici della Commissione di controllo della Borsa. Quanto durerà l’offerta, invece, «va stabilito con la Consob», ha chiarito Cairo. Ma quel che più conta è che nel prospetto «non ci sarà nessun miglioramento dell’offerta». Semmai «vengono sviluppati alcuni punti del piano industriale, alcuni temi che erano accennati nel comunicato». A margine dell’assemblea di Cairo communication per l’approvazione del bilancio 2015, l’imprenditore piemontese ha sintetizzato ieri la filosofia dell’operazione su Rcs: «La velocità è tutto. Così come è stato quando abbiamo rilevato La7 e nel giro di sei mesi avevamo già contenuto i costi dell’80%, senza toccare i dipendenti. Abbiamo evitato che La7 bruciasse ancora cassa e non abbiamo toccato la dote di 88 milioni di euro, ricevuta da Telecom Italia Media». Quindi a chi gli chiedeva come e su cosa interverrà in Rcs ha risposto: «Il perimetro delle attività resta quello, Spagna compresa. Né ho pensato a una fusione Cairo communication-Rcs, visto che non conosciamo in modo approfondito Rcs. In futuro vedremo. E più che parlare dell’attuale piano industriale parliamo dell’esecuzione di questi piani». Tradotto: che sia La7 o Rcs, è possibile risanare in poco tempo un’azienda, dopo che in molti ci hanno provato, ma dipende dalla «mentalità» di chi interviene, a giudizio di Cairo che non si è detto preoccupato nemmeno di un possibile piano Rcs per bloccare o rallentare la sua offerta, stando alle indiscrezioni di stampa: «seguiamo gli iter previsti dalla legge», ha detto. «Non so come possano ostacolarci». Anzi, a tutti i soci che hanno giudicato non congrua la sua ops annunciata lo scorso 8 aprile, Cairo (con una partecipazione oggi al 4,7%) ha ribadito che «la mia offerta è questa, non modificabile. Il mercato è sovrano e valuterà. Non mi sembra poco la valutazione, visti il debito non piccolo di Rcs e la cassa bruciata in questi anni». L’editore di periodici ha però aggiunto che «oggi le condizioni dell’offerta sono quelle che abbiamo elencato», ossia raggiungimento del 50%+1 delle azioni e stand-still per congelare il debito fino al 2017. «Domani vedremo. Si tratta di un’offerta pensata senza fare accordi con nessuno, neanche con Matteo Renzi». Cairo respinge così al mittente non solo l’accusa di offerta bassa ma anche quella di essersi comportato in modo irrituale: «per evitare che le cose vengano sapute da alcuni prima di altri devi fare le cose con grande riservatezza. Se questo è irrituale allora forse vuol dire che è meglio essere irrituali». Per il resto, l’imprenditore non ha colto nessuna freddezza da parte dei soci del gruppo che pubblica anche la Gazzetta dello Sport né ha sentito parlare di offerta irricevibile. Un messaggio particolare è rivolto a Diego Della Valle, patron della Tod’s che aveva detto a fine aprile di essere un compratore di azioni, non un venditore: «È un socio che crede nell’azienda, ha investito e vuole continuare a essere socio. Anche io sono suo amico», come aveva ribadito Della Valle con una quota del 7,3% (primo azionista di fatto dopo la decisione di Fca della famiglia Agnelli-Elkann di vendere il suo 16,7%, tra una settimana sul mercato portando il flottante del titolo Rcs al 60%). «Se Della Valle resta azionista di Rcs, mi fa piacere». Proprio ieri si è espresso sull’ops Carlo Cimbri, a.d. di Unipol al 4,6% di Rizzoli, per cui «nulla è irricevibile o accoglibile per partito preso. Si valutano le condizioni. Decideremo se aderire o meno all’offerta. Confermo però che Rcs è sicuramente sottovalutata». Mentre Carlo Messina, a.d. di Intesa Sanpaolo (advisor tramite Banca Imi di Cairo), ha rilanciato ieri che «se ci sono altre soluzioni che creano più valore, ben vengano». Comunque, siccome il segreto per riuscire è la velocità, Cairo sta incontrando in questi giorni le banche creditrici per 423 milioni e ha reso noto che c’è «disponibilità. Procediamo in tempi utili con tutta l’operazione». Da ultimo ha confermato che, se alcuni vedono Enrico Mentana prossimo direttore del Corsera, per lui Mentana «è un ottimo direttore del TgLa7» ma anche il quotidiano di via Solferino ha «un direttore molto bravo», Luciano Fontana. Cairo si sente fiducioso nella riuscita della sua ops? «Io sono ottimista di natura». Ieri il titolo Rcs ha chiuso a -2,61% a 0,597 euro, quello di Cairo communication a +0,57% a 4,91 euro.
ItaliaOggi