Il Mise fa chiarezza sulla definizione di apparecchio televisivo e slittano anche i termini per dichiarare il non possesso
Ulteriori e, pare definitivi, chiarimenti arrivano sul tema del pagamento del Canone Rai per il 2016: è il Ministero dello Sviluppo a fare chiarezza, con una nota disponibile sul sito del dicastero.
La nota chiarisce la definizione di apparecchio televisivo, mezzo per il quale spetta pagare il canone, da quest’anno incluso nella bolletta elettrica: è “l’apparecchio in grado di ricevere, decodificare e visualizzare il segnale digitale terrestre o satellitare, direttamente o tramite decoder o sintonizzatore esterno”. Quindi, non sono apparecchi televisivi il pc, il tablet o lo smartphone, e qualsiasi altro dispositivo privi del sintonizzatore per il segnale digitale terrestre o satellitare.
Per chi si chiede cosa sia un sintonizzatore, il Mise risponde che è quel dispositivo, interno o esterno, “idoneo a operare nelle bande di frequenza destinate al servizio televisivo”. Quindi, possono essere dispositivi collegabili a una porta Usb o schede per la sintonizzazione che si installano per esempio nel pc.
Ecco quindi la risposta ad almeno una delle perplessità sollevate dal Consiglio di Stato qualche giorno fa, che aveva criticato l’assenza di una “definizione di cosa debba intendersi per apparecchio televisivo” nell’ambito del provvedimento sul balzello.
Aggiornamenti arrivano anche per quei contribuenti che vogliono presentare la dichiarazione sostitutiva per non pagare il canone: come specifica infatti l’Agenzia delle entrate il termine per la presentazione delle dichiarazioni di non detenzione dell’apparecchio tv è stato spostato al 16 maggio ed è “il termine unico entro cui presentare la dichiarazione, sia in forma cartacea che online”. Per il 2016, l’addebito del canone, almeno per la prima parte dell’anno, scatta in bolletta a luglio. Le dichiarazioni di non detenzione già presentate, ovviamente, restano valide.
Sul sito dell’Agenzia si trovano i modelli e le istruzioni per chi deve presentare la dichiarazione. L’importante è dire la verità, perché le dichiarazioni fittizie sulla non detenzione dell’apparecchio espongono “a responsabilità anche di natura penale”.
Wired