La cessione di Premium tramite scambi di azioni proprie permetterà alle due società di rafforzarsi nei contenuti
Mediaset e Vivendi preparano le nozze, con scambio di azioni e apertura dei rispettivi consigli d’amministrazione.
Il contratto è pronto ma resta da verificare quale sarà la quota azionaria che passerà di mano per permettere a Vivendi di prendere possesso di Premium, la pay tv di Mediaset che dispone dei diritti di Champions League e della serie A. Partite di calcio che potrebbero essere «vendute» più facilmente tramite la rete fissa e mobile di Telecom Italia di cui Vivendi è primo azionista con il 24,9%. Ma questa è un’altra storia. Il primo passo è quello di formalizzare l’accordo che vedrà le due società media scambiarsi una quota intorno al 3,5%. L’operazione valorizza l’89% di Premium (l’11,1% è nelle mani di Telefonica) circa 730 milioni. Il passaggio delle quote avverrà tramite la cessione di azioni proprie: Mediaset ne ha in pancia circa il 3,8% mentre Vivendi dispone di una quota pari al 6,3%. Certo il 3,5% di Vivendi, che capitalizza 25 miliardi) vale ben più di quello di Mediaset (che vale 4,2 miliardi): 870 milioni contro 150. Divario che verrà colmato appunto con la cessione di Premium (che nel 2015, si è appreso ieri, ha perso 83 milioni), che Vivendi integrerà con la sua pay tv Canal Plus. Il passaggio riguarderà abbonati, strutture di trasmissione e tecniche (incluse le redazioni, circa 300 persone), i diritti del calcio e i canali dedicati. Tutto il resto rimarrà in capo a Mediaset, che continuerà ad avere la proprietà degli otto canali che trasmettono film e serie tv sul digitale mantenendo il ruolo di fornitore di Premium. Come Fox fa per Sky che, in Italia è il principale, e unico, competitor di Premium. L’accordo industriale prevede anche l’apertura dei rispettivi board. In Vivendi dovrebbe entrare l’ad e vicepresidente del Biscione, Pier Silvio Berlusconi, mentre in quello di Cologno potrebbe andare Yannick Bolloré, il secondogenito del presidente di Vivendi, Vincent Bolloré, che ha lavorato all’operazione Premium insieme a Tarak ben Ammar, oppure l’ad Arnaud de Puyfontaine che già siede nel cda di Telecom. In consiglio il posto è per ora uno solo, vista l’entità della quota scambiata.
Premium è però solo una parte dell’accordo tra Vivendi (attiva anche nel settore dei videogiochi) e Mediaset. Le due società puntano a creare una piattaforma europea per la creazione di contenuti da fruire online da smartphone e tablet e non solo dalla tv. Tra oggi e domani dovrebbe avvenire la convocazione del cda di Mediaset e la conseguente formalizzazione dell’accordo.
Il Giornale