E’ stata l’emozione a farla da padrona.
Alla serata-evento in omaggio al cantautore Luigi Tenco, patient scomparso nel 1967 all’età di 29 anni, organizzata al Centro Congressi di Acqui Terme per il secondo anno consecutivo, sono stati i ricordi e le note di celebri colleghi a far rivivere un mito ancora avvolto nel mistero. A partire dalla sua breve vita inquieta e contrastata, alle melodie di amori sofferti, fino alla sua morte tanto tragica quanto inaspettata. Molti sono i palcoscenici, sparsi ovunque, dai quali in questi giorni prende vita il ricordo di Tenco. A Ricaldone in provincia di Alessandria, ad esempio, dove sembra sia nato, va in scena ogni anno il Raduno Tenco: si può visitare la tomba del cantante, seguire la messa a suffragio e visitare il museo che conserva rarissimi manoscritti e cimeli. Persino la sua data di nascita resta un mistero, risulta il 19 marzo. ma è registrata forse il 21, forse il 23 dello stesso mese. Di certo, invece, è che la struttura un po’ fredda e asettica del Centro Congressi di Acqui, la sera del 19 marzo si è illuminata a festa con danze, musiche e pitture, e ha visto sfilare artisti che hanno dato prestigio al panorama musicale italiano. Il primo “big”, un Nicola Di Bari fin troppo emozionato, nel rievocare aneddoti e riproporre brani dell’amico-collega. Ma l’emozione ha colto di sorpresa anche i presentatori, Enrico Rapetti e Valentina Oldani, che con qualche inciampo scenico hanno introdotto successivamente Don Backy in ottima forma con la sua “L’immensità”, intramontabile successo, e Memo Remigi, showman d’effetto che ha catturato pubblico e scena con un mini concerto da piano bar e la divertente interpretazione di Topo Gigio. “Non è necessario ricordare Tenco con tristezza”, ha detto Remigi, “lui era anche molto ironico”. Toccante il ricordo del primo incontro a S.Margherita Ligure, con un insolito Tenco col sax in mano, e il suo gruppo altrettanto sorprendente formato da Gino Paoli alla tromba e Bruno Lauzi con la chitarra. Emozionante ed applauditissimo il video dell’inedito brano “Carissimo Luigi”, estratto dall’ultima fatica discografica di Franco Simone, in uscita il 21 marzo, interamente dedicata all’amico Tenco con 10 brani rivisitati. Ad Amedeo Minghi, eterno raffinato interprete dei suoi successi, e a Dario Baldan Bembo tocca il rush finale dell’evento. Ancora emozione e applausi per le esibizioni di Aldo Ascolese, considerato l’erede di De Andrè, e di Felice Regio nella magia della sua tromba in due brani strumentali. Ma in mezzo a tante belle annotazioni, purtroppo anche qualcosa di stonato. Un audio a tratti inefficace e qualche pasticcio con microfoni e aste sul palco. Forse, come ha precisato bene l’organizzatore, disagi dovuti anche al trambusto creato da un tentativo di sabotaggio all’intera serata, che denunciava mancate autorizzazioni tra permessi SIAE e della famiglia Tenco per riproporre brani del cantautore. Invece, i big coinvolti e allertati sono stati in seguito ampiamente rassicurati sulla regolarità di ogni aspetto, con gli interventi di polizia e guardia di finanza. Tutto è bene quel che finisce bene, quindi. All’uscita, qualche occhio lucido, c’è chi fischietta un antico successo, tutti sono presi da nostalgici ricordi. Ciò che resta è la certezza che, nei nostri cuori, Luigi Tenco non ci ha mai lasciato.
di Lucia Dini