Verdetto ribaltato al processo Mediatrade: la Corte d’appello di Milano ha condannato Piersilvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, rispettivamente vicepresidente e presidente di Mediaset, a un anno e due mesi di carcere per frode fiscale. Assolti gli altri imputati, incluso il produttore cinematografico Frank Agrama. I giudici hanno così mutato in parte il verdetto del Tribunale che nel luglio 2014 aveva mandato tutti assolti. Il pm Fabio De Pasquale, applicato nel procedimento come accusa, aveva chiesto per Berlusconi jr 3 anni e 2 mesi di carcere, per Confalonieri 3 anni e 4 mesi e per gli altri condanne fino ai 5 anni. De Pasquale ha in sostanza chiesto le stesse condanne avanzate ai giudici del tribunale di primo grado, il quale però nel luglio del 2014 aveva assolto tutti gli imputati. Il procedimento verte sulla compravendita di diritti tv per le emittenti Fininvest. Diritti i cui valori, ha detto il pg De Pasquale chiedendo la condanna dei vertici Mediaset, sarebbero stati “gonfiati” per ragioni fiscali, “un andazzo a cui Piersilvio Berlusconi non riusciva a sottrarsi e che Fedele Confalonieri ha tollerato per anni”. Il meccanismo è del tutto simile a quello che nel 2013 è costato a Silvio Berlusconi la condanna definitiva per lo stesso reato, frode fiscale, e la conseguente decadenza da senatore. Nel filone Mediatrade, Berlusconi senior era stato prosciolto dal Gup di Milano nel 2011. I giudici per entrambi la sospensione condizionale della pena e la non menzione. La corte ha ritenuto gPier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri responsabili del reato di frode fiscale limitatamente all’anno di imposta 2007. Il reato si prescrive nell’aprile prossimo. Per il 2006 La Corte ha dichiarato il non doversi procedere per prescrizione e li ha assolti per il 2008. I due imputati sono stati inoltre condannati al pagamento del risarcimento in solido con Rti e Mediaset, responsabili civili, nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, alla quale dovranno versare anche 20mila euro di spese di rappresentanza e difesa. Le motivazioni saranno pronte in 90 giorni. “E’ una sentenza incomprensibile, ma a Milano ci si aspetta sempre di tutto”, commenta a caldo l’avvocato Niccolò Ghedini. “Attendevamo di nuovo una assoluzione”. La Corte europea dei diritti dell’uomo , sostiene il difensore di Berlusconi juinior, “impone che se si vuole riformare una sentenza in peius bisogna riaprire il dibattimento, cosa che abbiamo chiesto ma non hanno concesso”. Per il legale, ancora, è “incomprensibile ritenere responsabili Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, ma non gli altri e in particolare Agrama”. Scontato il ricorso in Cassazione.
Il Fatto Quotidiano