Scema l’entusiasmo sui mercati, sovaldi riemergono gli elementi di incertezza: debolezza della crescita cinese e fase di stallo per i prezzi energetici. La volatilità resta alta. Sterlina sotto i riflettori con i timori di Brexit, lo yuan si indebolisce dopo il taglio del tasso di riferimento da parte di Pechino. La Germania conferma il +0,3% del Pil nel quarto trimestre 2015, surplus record per il bilancio pubblico
Ore 9:40. Le Borse tirano il fiato dopo il rally di lunedì, che ha proseguito l’intonazione positiva della scorsa settimana grazie al consolidamento dei recuperi del petrolio. Oggi – a conferma della fase di estrema volatilità – il greggio inverte rotta e in Cina tornano a farsi sentire i timori per la crescita economica, che contribuiscono a far scattare le vendite sui mercati. Proprio le azioni cinesi hanno guidato i ribassi dei mercati asiatici, in scia dei quali si muovono quelli Europei. Milano cede lo 0,45%, Parigi lo 0,8%, Francoforte l’1,1% e Londra lo 0,9%.
Sul fronte valutario, lo yuan si è nuovamente indebolito dopo che la Banca centrale cinese ha abbassato il tasso di cambio di riferimento dello 0,17%, il maggior ritocco da un mese e mezzo, dopo i dati sul manifatturiero ancora in calo. Resta la fase di debolezza della sterlina, sulla quale pesano i timori di Brexit: la divisa britannica scambia in area 1,41 contro il dollaro, dopo aver messo insieme la peggior discesa dal 2009 nella seduta della vigilia. L’euro è in leggero rialzo rispetto al biglietto verde: la moneta unica europea è scambiata a 1,1041 dollari, mentre ieri la Bce l’ha rilevata a 1,1026 dollari. Lo spread Btp-Bund è stabile all’apertura dei mercati finanziari. Il differenziale di rendimento tra i titoli di stato decennali italiani e quelli tedeschi è a 135 punti base, stesso valore di ieri in chiusura. Come accennato, il petrolio è in calo, anche in scia delle previsioni dell’Aie secondo le quali il mercato troverà un riequilibrio solo nel 2017. I contratti sul greggio Wti con scadenza ad aprile cedono 72 centesimi a 32,70 dollari; il Brent cede 69 centesimi a 34 dollari il barile.
In mattinata, la Borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso, a causa soprattutto del rafforzamento dello yen che mette in difficoltà l’export. L’indice guida Nikkei dei 225 principali titoli ha perso lo 0,37%, chiudendo a 16.052,05 punti. Bilancio giornaliero in negativo anche per la Borsa di Shanghai, con l’indice Composite sceso a 2.903,33 punti (-0,81%), mentre Shenzhen ha lasciato sul parterre lo 0,58%.
Ricca di dati l’agenda macroeconomica: a Bruxelles il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, riferisce al Parlamento europeo sulle conclusioni del vertice Ue della scorsa settimana. In Germania, l’Ufficio di statistica ha confermato che il Pil tedesco del quarto trimestre del 2015 è cresciuto dello 0,3% rispetto al periodo precedente e dell’1,3% su base annua: sono dati in linea con le stime preliminari. Per l’intero 2015 si conferma così una cresciita media dell’1,7%, che diventa +1,4% se si corregge per gli effetti del calendario. A trainare la ripresa nell’ultima parte dell’anno sono stati i consumi interni, insieme alla spesa pubblica e agli investimenti: segno di rallentamento del commercio estero, dovuto soprattutto alla debolezza dei canali di sbocco emergenti. Destatis ha anche fornito un altro dato che fotografa la solidità tedesca: il bilancio pubblico si è chiuso con un surplus record di 19,4 miliardi nel 2015, il valore più alto raggiunto dall’avanzo dopo la riunificazione. Il surplus, considerando i valori di Maastricht, è allo 0,6% del Pil; l’anno prima era stato meno della metà a 8,9 miliardi di euro.
Ancora dalla Germania si attendono i dati sull’indice Ifo che traccia la fiducia delle imprese, che nel frattempo – in Francia – si è confermata stabile a 103 punti a febbraio.
Raffica di dati anche negli Usa: si aspettano l’indice sulle vendite al dettaglio, quello sui prezzi delle case, quello sulla fiducia dei consumatori e quello dell’attività economica della Fed di Richmond. Chiusura in deciso rialzo, ieri, per la Borsa americana: il principale indice Dow Jones ha archiviato gli scambi in rialzo dell’1,4% a 16.620 punti. Il Nasdaq ha segnato a fine giornata +1,47% a 4.570 punti. L’incertezza sui mercati spinge le quotazioni dell’oro che tornano in rialzo in Asia: il lingotto con consegna immediata guadagna lo 0,65% a 1.216 dollari l’oncia.
“Repubblica”