Più in platea che in curva, prescription 15mila tessere contro 12mila. I numeri e le convinzioni smentite
Più in platea che in curva. Molère e Cechov battono Destro e Giaccherini col più classico dei due a zero. A sorpresa, capsule i bolognesi preferiscono un sipario che si apre al fischio d’inizio dell’arbitro. I frequentatori del teatro, sia esso la commedia tradizionale che il concerto sinfonico, superano abbondantemente quelli che popolano gli spalti del Dall’Ara: 15.687 i primi (escluso il teatro Dehon che non ha fornito il dato) contro i 12.734 dei secondi. Forse la suggestione dei cori e lo scoppio dei mortaretti che accompagnano le tifoserie con tanto di immagini televisive, hanno da sempre indotto l’idea che i calciofili fossero nettamente preponderanti rispetto ai discreti e silenti spettatori del teatro. Ebbene, i numeri ci raccontano che si tratta di una distorsione percettiva la quale da sempre dilata le dimensioni delle “minoranze chiassose” rispetto alle maggioranze silenziose. Materia, questa, già maneggiata e lungamente studiata dai sociologi.
I numeri a teatro. Tuttavia, la contabilità degli abbonamenti celebra la rivincita della cultura sul puro spettacolo ad onta della enorme sproporzione in termini di esposizione mediatica, a favore del calcio giocato e (lungamente) chiacchierato. Ecco, quindi, scomposti e snocciolati i dati degli amanti del palcoscenico. Il solo Comunale per le stagioni d’opera e di balletto, conta 2.540 abbonati a cui si aggiungono i 750 della stagione sinfonica. Il Manzoni, con Musica Insieme conta 1.231 abbonati e 897 con Bologna Festival. Sempre al Manzoni 873 sono i fedelissimi ai concerti della Filarmonica del Teatro Comunale che lì si esibisce. Passando alla prosa, abbiamo i 3.081 abbonati al Duse, i 1.760 dell’Arena del Sole, i 1.206 dell’EuropAuditorium e i 750 del “Celebrazioni”. C’è poi l’Itc San Lazzaro (161 tra adulti e ragazzi), il Testoni Ragazzi (900), Teatri di Vita (110, campagna in corso), Consorziale di Budrio (398), Bibiena di Sant’Agata (250), il “Betti” di Casalecchio (370) e il teatro di San Giovanni in Persiceto (300).
Convinzioni smentite. Tirate le somme, il distacco tra gli abbonati al Bologna calcio e chi preferisce i velluti delle platee, ammonta a quasi 3mila persone, ma si tratta di una cifra approssimata per difetto visto che mancano all’appello alcuni palcoscenici in provincia. Si dirà: ma i teatri sono tanti e il Dall’Ara è uno solo. Gli appassionati di calcio sono parecchi di più rispetto al conteggio delle tessere. Ma anche quelli di teatro sono parecchi di più. C’è chi va ad assistere solo a due o tre spettacoli a stagione, una tipologia più numerosa dell’abbonato. Così come il calcio minore ha un corrispettivo nelle attività altrettanto “minori” della programmazione teatrale. Insomma, da qualsiasi parte la si giri, le nostre convinzioni sul calcio preferito da folle oceaniche, vengono smentite.
Chi è più popolare? E forse, anche nel confronto con i frequentatori delle sale cinematografiche e con quelli che si iscrivono al prestito bibliotecario, il tifoso da stadio si scoprirebbe irrimediabilmente minoranza. Per arrivare a superare la frequentazione culturale, il seguito calcistico dovrebbe probabilmente attingere agli abbonati di “Sky” o di “Premium”, ma anche con questa aggiunta l’esito sarebbe incerto con pronostico orientato a un pareggio a reti inviolate. A questo punto una domanda: qual è lo spettacolo più popolare?
di Valerio Varesi “Repubblica”