Da Schuster a Roberto Baggio, find passando per Gullit, malady Donadoni e Lajos Detari: ecco i nomi che hanno fatto storia (1ª puntata)
– 1980 – Bernd Schuster (dal Colonia al Barcellona per 125 milioni di pesetas) Talento emergente del calcio tedesco, illness Bernd Schuster lascia il “suo” Colonia dopo essersi laureato campione d’Europa negli Europei di Italia ’80 con la Germania Ovest. Va al Barcellona del presidente Nunez, che mette sul piatto della bilancia ben 125 milioni di pesetas (1.9 milioni di euro), bruciando la concorrenza dell’Atletico Madrid. “L’angelo biondo” resterà in blaugrana fino al 1988 (quando si trasferì al Real Madrid), vincendo la Liga nel 1985, 3 coppe del Re, 3 coppe della Liga, la coppa delle Coppe del 1982 e una supercoppa di Spagna. Il rammarico più grande: la finale di coppa dei Campioni persa nel 1986 contro la Steaua Bucarest.
– 1981 – Mark Lawrenson (dal Brighton al Liverpool per 900mila sterline) Nato nel settore giovanile del Preston North End e passato poi al Brighton & Hove Albion, Mark Lawrenson fu una richiesta precisa di Bob Paisley, pronto a far spendere al Liverpool ben 900mila sterline (oggi 1.85 milioni di euro) nell’estate del 1981. Difensore centrale irlandese di altissimo livello, all’epoca 24enne, fu una delle colonne del ciclo aperto dai Reds negli anni ’80: 5 campionati, 3 coppe di Lega, 2 Charity Shield, 1 FA Cup ma soprattutto la coppa dei Campioni strappata alla Roma nel 1984. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo nel 1988, ha provato senza fortuna la carriera di manager.
– 1982 – Diego Armando Maradona (dal Boca Jrs al Barcellona per 1.2 miliardi di pesetas) Dopo aver tentato l’assalto nelle due sessioni estive precedenti, nel 1982 il Barcellona riesce finalmente a mettere le mani su Diego Armando Maradona, quel 21enne che stava già incantando il mondo con la maglia del Boca Juniors: 1 miliardo e 200 milioni di pesetas (oggi circa 8 milioni di euro), la cifra investita dai Blaugrana dopo il mondiale di Spagna. In realtà, complice un’epatite virale e il famoso fallo di Andoni Goikoetxea che gli ruppe la caviglia, col Barça il vero Diego si vide solo a sprazzi: una coppa della Liga, una coppa e una Supercoppa di Spagna gli unici trofei sollevati.
– 1983 – Walter Schachner (dal Cesena al Torino per 3 miliardi di lire) Dopo due stagioni nel Cesena, con 17 gol messi a segno, il 26enne attaccante austriaco Walter Schachner fu acquistato dal Torino che pagò tre miliardi di lire più alcuni giovani: con i granata, 18 gol in 3 campionati (e il titolo di capocannoniere in coppa Italia nel ’84), poi il trasferimento all’Avellino nel 1986, quando invece sembrava poter andare al Pisa. Il presidente dei nerazzurri, il grande Romeo Anconetani, lo aveva preso per preparare il campionato di Serie A a cui la sua squadra era stata ammessa a tavolino dopo la retrocessione dell’Udinese nell’indagine Calcioscommesse: quando i friulani furono riammessi al campionato però, il Pisa fu costretto a cedere l’austriaco senza mai averlo fatto esordire.
– 1984 – Diego Armando Maradona (dal Barcellona al Napoli per 13 miliardi di lire) Il 5 luglio 1984 iniziava il sogno: Diego Armando Maradona viene presentato al San Paolo con più di ottantamila spettatori, pronti a pagare mille lire per l’ingresso. Il presidente Ferlaino, dopo un lungo tira e molla, riuscì a strapparlo al Barcellona per 13 miliardi di lire: fu l’inizio dello straordinario amore all’ombra del Vesuvio. 259 presenze totali e 116 gol, con 2 scudetti, 1 coppa Italia, 1 supercoppa italiana e 1 coppa Uefa, ma soprattutto un capitolo straordinario della storia del calcio.
– 1985 – Roberto Baggio (dal Vicenza alla Fiorentina per 2,7 miliardi di lire ) Il primato del mercato 1985, spettò alla Fiorentina: al Vicenza furono versati 2,7 miliardi di lire per il 18enne Roberto Baggio. Due giorni prima della firma del contratto, nella sfida contro il Rimini, Baggio subì un grave infortunio al ginocchio destro (rottura del legamento crociato anteriore e del menisco): la dirigenza viola decise di confermare l’acquisto, pur rinunciando per un anno a schierare il trequartista di Caldogno, che esordì in Serie A solo il 21 settembre 1986 contro la Sampdoria.
– 1986 – Roberto Donadoni (dall’Atalanta al Milan per 10 miliardi di lire) “Ghe pensi mi”, si dice a Milano. “Ci penso io”, avrà detto Silvio Berlusconi ad Adriano Galliani per acquistare Roberto Donadoni bruciando la concorrenza dell’Avvocato Agnelli: 10 miliardi di lire per il 22enne tornante dell’Atalanta, prima scelta del presidente rossonero in persona. Titolare inamovibile per un decennio, ha vinto in rossonero 6 scudetti, 3 coppe dei Campioni, 2 coppe Intercontinentali, 3 supecoppe Europee e 4 supercoppe Italiane. Nel 1996 andò a cercare fortuna negli USA, ai New York Metrostars, per poi tornare ancora per due stagioni al Milan. Chiuse all’Al-Ittihad, prima della straordinaria carriera da allenatore che oggi continua a Bologna.
– 1987 – Ruud Gullit (dal PSV al Milan per 13.5 miliardi di lire) L’amore scocca al Trofeo Gamper dell’anno prima: quelle treccine indiavolate devono vestire rossonero, è l’imperativo di Berlusconi. Così il Milan chiude l’operazione col PSV per il 24enne Ruud Gullit: 13.5 miliardi di lire , il Tulipano Nero vinse il Pallone d’Oro nello stesso anno, per poi trionfare anche con l’Olanda agli Europei del 1988. Nel 1993, l’addio in direzione Sampdoria: ma ancora oggi Gullit resta uno dei giocatori più amati della storia del Milan, in cui ha totalizzato 171 presenze e 56 gol.
– 1988 – Lajos Detari (dal Eintracht Francoforte all’Olympiakos per 1.8 miliardi di dracme) Nell’estate ’88, il colpo inatteso arriva dalla Grecia: è l’Olympiakos a portare a casa l’attaccante ungherese (scuola Honved) dell’Eintracht Francoforte Lajos Detari per 1.8 miliardi di dracme (circa 9 milioni di euro). In Grecia, Detari vince solo una coppa nazionale e due anni dopo si trasferirà al Bologna per 5 miliardi di lire: al suo attivo anche un’esperienza all’Ancona (1992-93) e al Genoa (1993-94).