Una nuova mossa del presidente Donald Trump è destinata a scuotere il panorama economico globale, con un impatto diretto sul settore automobilistico. A partire dal prossimo 2 aprile, entrerà in vigore negli Stati Uniti un dazio del 25% su tutte le auto straniere importate. Questa misura, definita dal tycoon come il giorno della “liberazione dell’America”, sarà accompagnata da tariffe reciproche nei confronti di quindici nazioni.
Obiettivo: Rilanciare la Produzione Nazionale
Secondo quanto dichiarato dall’amministrazione Trump, l’imposizione di questi dazi mira a incentivare la produzione automobilistica interna. L’intenzione è quella di riportare negli Stati Uniti la fabbricazione di veicoli, creando nuovi posti di lavoro e rafforzando l’economia nazionale. Tuttavia, questa strategia solleva non poche preoccupazioni tra gli addetti ai lavori e i mercati finanziari.
Reazioni Negative dai Mercati e dall’Industria
L’annuncio della nuova tassa ha generato immediate ripercussioni negative sui mercati. Wall Street ha registrato un calo, accentuatosi dopo la comunicazione ufficiale, mentre i titoli delle principali case automobilistiche, tra cui General Motors e Stellantis, hanno subito perdite significative. Il timore è che i dazi possano mettere a dura prova le finanze delle aziende del settore, fortemente dipendenti da catene di fornitura globali, e che inevitabilmente si traducano in un aumento dei prezzi per i consumatori americani.
Possibili Tensioni Commerciali con Europa e Asia
La decisione di Washington rischia di innescare ulteriori attriti commerciali con importanti partner economici come l’Unione Europea, in particolare paesi con una forte tradizione automobilistica come Germania e Italia, ma anche con Giappone e Corea del Sud. Basti pensare che quasi la metà dei veicoli venduti negli Stati Uniti proviene dall’estero, così come una consistente percentuale di componenti utilizzati per l’assemblaggio di auto nel paese.
La Ferma Risposta dell’Unione Europea
La reazione da Bruxelles non si è fatta attendere. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha espresso il suo profondo rammarico per la scelta degli Stati Uniti, sottolineando come i dazi rappresentino “tasse dannose per le aziende e peggiori per i consumatori”, sia negli USA che nell’UE. Von der Leyen ha assicurato che l’Unione Europea continuerà a cercare soluzioni negoziate, tutelando al contempo i propri interessi economici, e ha avvertito che l’UE è pronta a proteggere congiuntamente lavoratori, imprese e consumatori. Anche il Canada ha espresso forte preoccupazione, definendo i dazi un “attacco diretto”.
Trump Difende la Misura e Nega Favoritismi
Il presidente Trump si è detto convinto che i dazi favoriranno il ritorno della produzione negli Stati Uniti, con diverse aziende già alla ricerca di nuovi siti. Ha inoltre respinto le accuse di voler favorire Elon Musk, le cui Tesla sono già prodotte in America, affermando che il patron dell’azienda automobilistica non gli ha mai fatto alcuna richiesta in tal senso. Non è ancora chiaro se i dazi riguarderanno anche i pezzi di ricambio per auto, ma è certo che le nuove tariffe saranno “permanenti” e si aggiungeranno a quelle già esistenti, entrando in vigore il 2 aprile.
Critiche dai Costruttori Americani
Anche i principali costruttori statunitensi, Ford, GM e Stellantis, attraverso la loro associazione professionale (AAPC), hanno espresso preoccupazione per la mossa del governo, sottolineando come sia “cruciale” che i dazi non portino a un aumento dei prezzi per i consumatori. Le tre case automobilistiche hanno dichiarato di voler continuare a collaborare con l’amministrazione per sviluppare politiche sostenibili, ma hanno ribadito l’importanza di preservare la competitività della produzione automobilistica nordamericana, includendo anche Canada e Messico.
Il “Liberation Day” e le Tariffe Reciproche
Il 2 aprile, definito “Liberation Day”, sarà anche il giorno in cui verranno annunciate le tariffe reciproche nei confronti dei quindici paesi con cui gli Stati Uniti registrano il maggiore squilibrio commerciale, tra cui diversi stati membri dell’UE. Trump ha stimato che queste misure porteranno nelle casse americane tra i 600 miliardi e un trilione di dollari in due anni, assicurando ai paesi colpiti che sarà “indulgente”. Tuttavia, non è ancora chiaro a chi si riferisse con questa affermazione, sebbene abbia lasciato intendere una possibile apertura verso la Cina in caso di accordo su TikTok.
L’Europa Prepara la Controffensiva
L’Unione Europea non è rimasta a guardare e ha già predisposto un pacchetto di contromisure da 26 miliardi di euro, pronte a scattare dal 12 aprile. Alcune delle tariffe previste erano state inizialmente programmate per il 1° aprile, ma sono state posticipate nel timore di una reazione ancora più dura da parte di Washington. La Commissione Europea stima che i dazi americani si aggireranno attorno al 20% e colpiranno tutti i 27 paesi del blocco. Il commissario al Commercio Maros Sefcovic ha avvertito che una tariffa di tale portata sarebbe “devastante” per l’UE.