Una recente analisi dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) ha messo in luce una realtà preoccupante per l’economia italiana: nonostante un timido segnale di ripresa nel corso di quest’anno, i salari reali nel nostro Paese faticano ancora a recuperare il terreno perduto. Il rapporto dipinge un quadro in cui il potere d’acquisto dei lavoratori italiani è stato significativamente eroso nel corso degli anni.
Un Decennio Difficile per il Potere d’Acquisto
Il dato più allarmante che emerge dal rapporto è il calo dell’8,7% dei salari reali in Italia rispetto al 2008. Questa flessione rappresenta la peggiore performance tra tutti i Paesi del G20, un gruppo che raccoglie le principali economie mondiali. Sebbene il 2024 abbia registrato un incremento del 2,3%, questa crescita si è dimostrata insufficiente a compensare le perdite accumulate negli anni precedenti, un periodo segnato da una persistente alta inflazione che ha reso più costosa la vita di tutti i giorni.
Disuguaglianze Salariali: un Quadro Complesso
L’analisi dell’Ilo non si ferma al dato aggregato, ma evidenzia anche alcune significative disparità all’interno del mercato del lavoro italiano. Il divario salariale di genere, pur attestandosi al 9,3%, risulta essere uno dei più contenuti in Europa, un segnale positivo in un contesto altrimenti critico. Tuttavia, un’altra importante disuguaglianza riguarda i lavoratori migranti, che in media percepiscono una retribuzione inferiore del 26,3% rispetto ai lavoratori di nazionalità italiana.
I Lavoratori a Basso Reddito i Più Colpiti
A pagare il prezzo più alto di questa erosione del potere d’acquisto sono soprattutto i lavoratori con i redditi più bassi. Per questa fascia di popolazione, l’aumento dei prezzi dei beni essenziali come l’alloggio, l’energia e i prodotti alimentari ha avuto un impatto particolarmente gravoso sul bilancio familiare. La difficoltà nel far fronte alle spese di base si acuisce in un contesto in cui i salari reali non tengono il passo con l’inflazione.
Retribuzioni Contrattuali e Salario Minimo
Un aspetto peculiare del mercato del lavoro italiano è l’assenza di un salario minimo legale a livello nazionale. Nonostante ciò, le retribuzioni contrattuali hanno registrato un aumento del 15% nell’ultimo decennio. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che, una volta depurate dall’effetto dell’inflazione, queste retribuzioni hanno subito una perdita reale del 5%. Questo significa che, nonostante gli aumenti nominali, il denaro guadagnato dai lavoratori italiani ha perso valore in termini di beni e servizi acquistabili, peggiorando ulteriormente la loro situazione economica.