Il primo giorno di blocco auto e moto: martedì e mercoledì si replica. Sono stati 1.500 i controlli: un automobilista su 5 è stato multato. Hinterland, Comuni divisi. Attacchi di Passera, M5S e Lega
Primo giorno di blocco totale delle auto e delle moto private. E Milano diventa deserta. Sono state 300, a fronte di 1.500 controlli eseguiti, le violazioni riscontrate dagli agenti della polizia locale durante il blocco delle auto a Milano deciso dal Comune, a fronte del costante superamento della soglia di Pm10. Le pattuglie impiegate sono state circa 200.Il provvedimento antismog dalle 10 alle 16 sarà replicato martedì 29 e mercoledì 30 dicembre, a Milano e in una decina di Comunio dell’hinterland. Tre giorni di stop in città e nella prima cintura esterna decisi dall’amministrazione comunale per combattere l’inquinamento. Le multe vanno da 164 a 663 euro. Soddisfazione è stata espressa da parte del Comune per il senso civico dei milanesi.
L’hinterland Oltre a Milano il blocco interessa 13 comuni dell’hinterland e, sempre in Lombardia, anche la città di Pavia. Lunedì si è infatti aggiunto all’elenco anche Pioltello, dove la circolazione (con le stesse modalità) sarà bloccata martedì e mercoledì. Domenica, intanto, si è assistito ad un primo calo dei livelli di Pm10 dovuto soprattutto ad una riduzione fisiologica del traffico dopo le festività. Le condizioni ambientali e meteo infatti sono rimaste stabili con nebbia, assenza di vento e piogge e quindi scarso rimescolamento dell’aria. La centralina in centro al «Verziere» ha fatto registrare una concentrazione di 50 microgrammi per metro cubo, in linea quindi con i limiti. «Sforamenti» invece, anche se minori rispetto ai giorni scorsi, per la rilevazione in via Senato (63) e a Città Studi (57). Nell’hinterland rientro nei valori massimi per Pioltello (46) mentre i picchi restano alti a Monza (76) e ad Arese (97).
Pisaspia polemico «Dovrebbero prima informarsi… Prima ci si informa e poi si parla. Il trasporto pubblico a Milano funziona molto bene e questa sospensione della auto per alcune ore è molto efficace e lo dice l’Arpa»: così il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ai microfoni del TgR ha difeso dalle critiche il provvedimento preso dal Comune con lo stop alle auto. E sulle polemiche ha sottolineato che «c’è l’abitudine di qualcuno di strumentalizzare tutto senza tener conto e avere come obiettivo il bene dei cittadini». Il sindaco ha detto di aver apprezzato la decisione del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti di convocare a Roma sindaci e governatori «per trovare una soluzione comune». Ed ha ribadito che serve una strategia unica. «Noi – ha ricordato – ci abbiamo provato con la città metropolitana» con un protocollo a cui ha aderito solo una dozzina di Comuni. «Ogni Comune ha il potere di decidere per il proprio territorio. Ci vuole – ha concluso – un intervento della Regione che potrebbe farlo e non l’ha fatto. Ci vorrebbe anche a livello nazionale». Intanto lunedì pomeriggio, per coordinare l’azione dei Comuni lombardi sulle iniziative antismog e valutare il coinvolgimento delle altre Regioni della pianura padana, il presidente della Lombardia Roberto Maroni ha convocato per lunedì 28 dicembre, alle 18.30, un tavolo di coordinamento con i vertici di Anci Lombardia e con tutte le principali istituzioni.
E Maroni. «Niente polemiche, ma il blocco non serve» Anche il governatore lombardo Roberto Maroni è intervenuto sulla polemica del blocco del traffico: «Non mi schiero, non voglio fare polemica, perché su questi temi la polemica politica non serve a risolvere i problemi». Ma «i miei tecnici mi dicono che non è efficace, perché alle fine del blocco c’è un picco di inquinanti maggiore rispetto al giorno prima del blocco». Così il presidente della Lombardia, che al termine del viaggio sperimentale di un treno Genova-Milano ha osservato che lo smog «deve essere affrontato insieme da tutte le istituzioni con misure efficaci». Contro l’inquinamento ambientale «servono misure strutturali, molte le abbiamo prese: se si vanno a vedere i tassi di inquinamento di 10 anni fa, il pm10 superava i 200 oggi siamo a 69. In questi 10 anni è stato fatto molto, bisogna fare di più».
Sala: doveroso questo provvedimento «Un inverno anomalo, è stato quasi doveroso arrivare a questo provvedimento. Non fermiamoci qua, nel breve non si risolve nulla». Così Giuseppe Sala, candidato per le primarie del centrosinistra in vista delle elezioni amministrative a Milano. «Bisognerà parlare di mobilità e ambiente — ha dichiarato a Sky tg 24 —. Questo è un tema chiave e abbiamo le idee su come mettere le mani a lungo termine. La città e vivibile ma bisogna mettere i cittadini in condizioni di viverla sempre».
Le polemiche I giorni di superamento della soglia di allarme per il Pm10 sono saliti a quota 97 e le concentrazioni rimangono alte in tutto il bacino padano anche in questi giorni di festa e poco traffico. Il blocco deciso da Pisapia, seguito da pochi comuni della città metropolitana, è stato oggetto di polemiche. Decisione «surreale» secondo il candidato sindaco di Italia unica Corrado Passera. Dal Comune controbattono: «Area C, sharing mobility, teleriscaldamento, verde urbano: il 2015 sarà il quarto anno migliore da quando si rilevano i dati». Il blocco della circolazione «è una misura emergenziale, si somma all’impegno serio e costante del Comune, che in questi anni è stato lasciato a combattere da solo da tutti coloro che oggi dichiarano e commentano».
«Un palliativo» Anche per i Cinquestelle «il blocco è un palliativo». Il deputato Massimo De Rosa, infatti, denuncia: «Contro lo smog servono infrastrutture e, invece, i fondi per ammodernare la tramvia Milano-Limbiate sono stati destinati ad Area Expo. Se si perpetuano scelte simili, risulta ridicolo bloccare per tre giorni il traffico». Nel dibattito interviene anche Pierfrancesco Majorino, candidato alle primarie del centrosinistra con un post su facebook: «Serve una proposta politica più radicale. Penso a Oslo che mira a essere una città senz’auto entro il 2019. La nostra direzione deve essere quella. Senza tentennamenti». Il leghista Davide Boni punta il dito contro il capoluogo che consentirà la circolazione dei mezzi di car sharing. Non tutti, infatti, sono elettrici.
dal “Corriere della Sera”