L’industria manifatturiera italiana si prepara a un ritorno alla crescita nei prossimi due anni, con segnali positivi che emergono da un’analisi approfondita dei settori industriali condotta da Intesa Sanpaolo (nella foto, l’a .d. Carlo Messina) in collaborazione con Prometeia. Seppur in un contesto internazionale segnato da incertezze, la solidità del settore, le politiche di efficientamento energetico e l’orientamento verso l’innovazione tecnologica pongono il manifatturiero italiano in una posizione di ripresa.
Il 2023 ha confermato la resilienza dell’industria italiana, con margini e redditività in crescita nonostante le sfide globali. L’Ebitda delle imprese manifatturiere ha superato le aspettative, attestandosi all’11,1%, un risultato superiore anche rispetto ai già solidi livelli del 2022. A beneficiare di questa performance sono state le politiche di investimento, in particolare quelle dedicate all’efficientamento energetico, che hanno permesso a molte aziende di migliorare i margini e ridurre i costi. La quota di imprese ad alta redditività (Roi superiore al 10%) è aumentata rapidamente, raggiungendo il 46% nel 2023, un dato che evidenzia come l’efficienza operativa stia diventando una leva sempre più importante per il successo delle aziende.
Per il 2024, le previsioni sono meno ottimistiche, con un parziale rallentamento rispetto ai risultati storici del 2023. L’incertezza geopolitica, la debolezza della domanda interna e la riduzione delle esportazioni verso alcuni mercati chiave, come la Germania, renderanno l’anno più difficile per molte imprese. In particolare, il settore automotive, le costruzioni e altri settori legati al ciclo edilizio, risentiranno della fine della spinta del Superbonus e della transizione energetica ancora in corso.
Tuttavia, non tutti i settori manifatturieri sono destinati a soffrire nel 2024. Settori come la Farmaceutica (+4,2%) e il Largo Consumo (+4,1%) continueranno a registrare buoni tassi di crescita, grazie alla domanda meno sensibile al ciclo economico. L’Elettrotecnica, trainata dalla transizione energetica, si confermerà un settore dinamico con un +1,8%, mentre i settori più ciclici, come la Meccanica e l’Elettronica, vedranno una contrazione del fatturato.
Guardando oltre, il biennio 2025-2026 si prospetta positivo per il manifatturiero italiano, con una crescita media annua prevista per il fatturato pari all’1,1%, a prezzi costanti. Questo ritorno alla crescita sarà sostenuto dal recupero della domanda europea, il rientro dell’inflazione e l’allentamento dei tassi di interesse, che favoriranno le esportazioni e gli investimenti interni. L’industria italiana, con il suo posizionamento di alta gamma e nicchie a elevato valore aggiunto, sarà in grado di sfruttare i mercati internazionali e migliorare il saldo commerciale, che potrebbe superare i 124 miliardi di euro nel 2026.
In particolare, i settori più competitivi, come l’Elettrotecnica (+3,3%), la Farmaceutica (+2,6%) e il Largo Consumo (+2,7%), continueranno a spingere la crescita. Meccanica ed Elettronica, dopo un 2024 difficile, sono attese a una ripresa significativa grazie alla domanda estera e agli investimenti legati alla transizione digitale e ambientale. Allo stesso modo, i settori produttori di beni intermedi, come la Metallurgia (+0,9%) e gli Intermedi Chimici (+1,5%), beneficeranno del recupero della domanda globale.
Nonostante le prospettive positive per molti comparti, alcuni settori continueranno a soffrire. In particolare, l’edilizia, che ha registrato un boom grazie al Superbonus, è destinata a vivere una fase di rallentamento. I settori legati alla costruzione, come i Prodotti e materiali da costruzione, sono previsti in contrazione del -2,4% medio annuo nel biennio 2025-2026. Anche i produttori di beni durevoli per la casa, come Mobili e Elettrodomestici, subiranno una crescita contenuta, con un +0,7% e +0,3% rispettivamente.
Un altro settore in difficoltà sarà il Sistema Moda, con un calo previsto del -5,5%. L’incertezza legata ai consumi di abbigliamento e calzature, sia in Italia che nei principali mercati di sbocco, continuerà a influire negativamente sulla redditività.
Il manifatturiero italiano sta affrontando una transizione significativa. Nonostante le sfide a breve termine, il settore ha una solida base di partenza e le previsioni per il biennio 2025-2026 sono positive. Il rafforzamento delle esportazioni, gli investimenti nella transizione digitale e ambientale, insieme a una gestione efficiente dei costi, offriranno alle imprese italiane l’opportunità di tornare a crescere. Tuttavia, la capacità di adattarsi ai cambiamenti globali e di innovare sarà la chiave per mantenere la competitività nel lungo termine.