Con un valore della produzione di circa 980 milioni di euro, il Veneto si conferma leader a livello nazionale nel comparto avicolo, per quantità di produzione e numero di allevamenti. La regione, specialmente nelle province di Verona, Treviso e Padova, vanta un’importante produzione di carne (polli e tacchini) e un’ampia produzione di uova, che da sola ha generato un valore di 325 milioni di euro. Accanto a questa produzione tradizionale, il biologico è una nicchia di mercato in crescita. Nel Veneto operano circa 60 aziende con certificazione bio nel comparto avicolo, in tre indirizzi produttivi: carne, uova e svezzamento. La produzione di uova bio rappresenta la quota maggiore, con 32 aziende attive, principalmente nelle province di Verona e Treviso e con allevamenti di grandi dimensioni nel padovano. La produzione annuale di uova biologiche in Veneto è stimata in circa 100 milioni di pezzi, il 5% della produzione regionale. Le aziende venete impegnate nella produzione di carne bio, principalmente pollo, sono 28 e producono circa 390.000 capi all’anno. L’indagine condotta da Veneto Agricoltura tra il 2023 e il 2024 ha fornito questa fotografia del comparto avicolo biologico veneto: le aziende del settore generano in media 290.000 euro di fatturato annuo, il 60% dalla produzione biologica. Anche se la variabilità di fatturato complessivo e di quello biologico è piuttosto alta come conseguenza della variegata dimensione aziendale che si riflette anche sul numero di addetti. Per cui se la media generale è di quattro addetti per azienda, le aziende più strutturate sfiorano i 10, le più piccole hanno uno o due addetti. Emerge anche la presenza di imprenditori giovani e preparati e con il 25% dei titolari in possesso di un diploma o laurea in agraria. L’indagine di Veneto Agricoltura ha rilevato una significativa differenza tra la linea uova e quella carne. La prima si presenta più strutturata, con aziende di maggiore dimensione il cui calcolo da un fatturato medio superiore a 400.000 euro. Mentre gli allevamenti di carne avicola non raggiungono gli 80.000 euro, hanno dimensioni più piccole e un mercato più locale. Inoltre, si osservano diverse modalità di conduzione e canali di vendita: il 55% degli allevamenti di carne sono gestiti tramite contratti di soccida, contro il 6% di quelli per la produzione di uova, dove prevale invece la vendita diretta alla distribuzione moderna o alla filiera distributiva del biologico. In termini economici, è possibile stimare che il valore alla produzione generato dal comparto avicolo biologico si attesti a circa 20 milioni di euro. “Le prospettive per il futuro appaiono promettenti per il comparto avicolo biologico veneto, grazie al cambiamento delle abitudini dei consumatori, alla crescente fiducia verso il biologico, alle politiche europee di supporto e al miglioramento delle tecnologie produttive. Tuttavia, permangono sfide da affrontare, come il rischio di frodi commerciali che potrebbero compromettere l’equilibrio del mercato e la reputazione del settore”, dice Veneto Agricoltura. “Da sottolineare, quindi, l’importanza di un approccio integrato per il successo del comparto: investire in innovazione, migliorare le competenze tecniche e promuovere una maggiore visibilità del biologico sarà cruciale per garantire un futuro sostenibile e competitivo al settore avicolo biologico veneto”, conclude il report.