«Riferisca in Aula», «Si dimetta», «Riconsideri le priorità»: le opposizioni partono all’attacco del ministro dei Trasporti Matteo Salvini nel giorno in cui scoppia il caos dei treni, con ritardi di ore su tutta la linea ferroviaria, centinaia di tratte cancellate, tabelloni spenti. Lui ai suoi confida di essere infuriato e sospira: «Le opposizioni è da due anni che chiedono le mie dimissioni perché respiro, perché esisto, perché mi alzo la mattina… per carità, fanno il loro mestiere e non commento. Il mio dovere è garantire la mobilità quindi è dall’alba di oggi che il mio telefonino è operativo h 24, immaginatevi da stamattina che bella giornata si è preparata…».
Ma nel giorno nero dei trasporti è il timing a fare cilecca. Mentre migliaia di pendolari si accalcano nelle stazioni, il ministro non interviene, nemmeno sui canali social. Il suo ultimo tweet è dedicato alla festa dei nonni, quello prima a Pontida 2024, e il suo intervento alla stazione Ostiense di Roma, per presentare insieme all’amministrazione delegato Fs Stefano Donnarumma il brand dei treni regionali, salta all’ultimo minuto.
Era stato confermato martedì alle 16.10, ma due minuti dopo l’inizio previsto, alle 10.32, viene comunicato che né il ministro né l’ad ci saranno, e che «la conferenza stampa prevista diventerà l’occasione per fare un punto tecnico della situazione con Rfi». Il silenzio di Salvini prosegue tutta la mattinata, scatenando le critiche: «Il ministro Salvini si occupa di tutto tranne che dell’emergenza trasporti mentre sotto la sua guida la durata delle interruzioni di linea aumenta anno dopo anno e a pagare il prezzo più alto sono i passeggeri che devono fronteggiare disagi e disservizi quotidiani, i pendolari, le lavoratrici e i lavoratori che subiscono aggressioni», attacca la segretaria Pd Elly Schlein. «Possibile che il ministro parli di tutto e tanto ma nulla dica su quello che sta accadendo oggi?», incalza la dem Debora Serracchiani.
Riccardo Magi (+Europa), nota che mentre l’Italia è alle prese con «treni cancellati, continui annunci di ritardo, monitor fermi da ore, persone che non sanno se e quando partiranno», il ministro dei Trasporti «fa dirette social, pubblica post sulla festa dei nonni, organizza il raduno leghista di Pontida. Come sempre, insomma, si occupa di tutto, tranne di quello per cui viene lautamente retribuito».
Il capogruppo Pd al Senato, Francesco Boccia, chiede che il ministro intervenga in Aula a chiarire la situazione: «Forse sarebbe il caso che il ministro Salvini invece di preoccuparsi della manifestazione di Pontida e di fare sui social gli auguri ai nonni, a cui va tutto il nostro affetto, venisse in Parlamento a spiegare la situazione». La senatrice Raffaella Paita, Italia viva, aggiunge: «Da quando Salvini è ministro c’è un disservizio al giorno: si prenda le sue responsabilità e si dimetta». Dimissioni le chiede anche Nicola Fratoianni (Avs): «Vada a casa per incapacità e la smetta di fare danni». Il deputato di Azione Giulio Sottanelli chiede che il ministro Salvini dia «spiegazioni plausibili» e intervenga «concretamente».
I deputati M5s in commissione Trasporti sottolineano che «disguidi, ritardi, guasti e disagi sono un leit motiv che va avanti da mesi: quando hai un ministro che di fatto si occupa di trasporti circa 2-3 ore al mese, le conseguenze poi sono queste». Il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi, insiste per «una riflessione da parte del ministro delle Infrastrutture, un piano straordinario di manutenzione».
Solo i deputati della Lega difendono «l’impegno enorme profuso dal ministro» e chiedono piuttosto che siano i vertici di Rfi e Trenitalia a riferire in Commissione. Il ministro «ricompare», alle 10.43, intervenendo al 68° congresso dell’Ordine degli ingegneri: «Siamo al lavoro per risolvere il problema prima possibile». E prima di cena torna anche su X: «Chi ha causato i disagi sulla rete ferroviaria di Roma e ha sbagliato, oggi, ne dovrà rispondere. I problemi vissuti da migliaia di viaggiatori sono inaccettabili».
Valentina Sartapia, corriere.it