Cento euro in busta paga già a dicembre. Non solo, il bonus Befana diventa bonus Babbo Natale con effetto sul 2024, ma aumenta anche l’importo netto per i lavoratori dipendenti con un reddito fino a 28 mila euro. A precisare meglio i dettagli della norma, ancora in via di definizione, è il viceministro dell’economia Maurizio Leo intervenuto ieri a un convegno organizzato da stampa specializzata. E sullo scudo fiscale retroattivo per il concordato preventivo biennale, presentato come emendamento della maggioranza sempre al dl omnibus, Leo sottolinea che: «Il ravvedimento speciale è una proposta presentata in Parlamento, che dovrà trarre le conclusioni e valutare se portarla avanti o meno, gli uffici stanno esaminando gli aspetti squisitamente tecnici. Così per l’emendamento legato al credito di imposta ricerca e sviluppo». Su quel tema, ricorda Leo, «sono stati fatti passi avanti anche alla luce del decreto sanzioni, l’ emendamento sarà valutato al pari degli altri dal Parlamento».
Il bastone dei controlli per il concordato preventivo biennale
Continuando a ragionare sul concordato preventivo biennale, il viceministro non si è sbilanciato sulle adesioni al patto fiscale ma ha voluto marcare il territorio: «Chi non aderisce al concordato preventivo finirà nelle “liste selettive», Leo dunque brandisce il bastone delle liste selettive presente già nelle disposizioni di costruzione dello strumento, l’articolo 34 del dlgs 13/24: Nell’ipotesi che i soggetti «non aderiscano, ma noi confidiamo in una massiccia adesione, la normativa stabilisce che chi non aderisce verrà inserita nelle liste selettive», afferma, precisando che «non ci sarà nessun effetto negativo» per chi fa le corrette dichiarazioni, ma «laddove non si fanno correttamente le dichiarazioni» ci sarà la possibilità di accertamento. Nella manovra di Bilancio intendiamo «potenziare le attività di controllo con le nuove tecnologie e l’interoperabilità delle banche dati», sottolinea ancora, osservando che quindi «ci sono le condizioni per dire al contribuente di aderire» mentre contrastiamo «le situazioni patologiche che se riscontrate potranno dare luogo ad attività di accertamento».
Bonus tredicesima
Leo ha confermato che: «L’ex bonus Befana diventerà bonus Natale nel mese di dicembre e per dare questi 100 euro netti, senza effetti sulla tassazione entrando in vigore il primo gennaio 2025». Il bonus previsto per i lavoratori dipendenti da 100 euro lordi è stato inserito nel decreto legislativo Ires/Irpef approvato il 30 aprile e ancora non arrivato alle camere per i prescritti pareri. Ora la scelta di togliere la disposizione sul bonus e inserirla come emendamento del governo al decreto legge omnibus (dl 113/24) all’esame delle commissioni finanze e bilancio del Senato: «Per il 2024 avevamo un problema di individuazione delle risorse, visto che le entrate stanno andando bene potremo anticiparli a quest’anno senza intervenire sulla tassazione», spiega Leo motivando la scelta del trasloco dal decreto legislativo alla legge di conversione del dl omnibus.
Su quest’ultimo attualmente si sta concentrando il lavoro della selezione tra gli emendamenti ammissibili su cui far convergere il parere favorevole e portarli avanti. L’ulteriore scrematura da cui poi partiranno le votazioni si concluderà tra lunedì e martedì.
Al lavoro sul taglio dell’Irpef e delle tax expenditure
Il riordino delle 625 spese fiscali approderà in legge di bilancio. Il governo ha, dunque, allo studio per la prossima manovra l’avvio del riordino delle tax expenditure che oggi sono, come le definisce Leo, “una maionese impazzita”. Ma, continua il viceministro, “non ci sarà alcun intervento invasivo” sulle detrazioni che riguardano sanità e istruzione. Leo ha ricordato che oggi sono in vigore “625 tax expenditure tra detrazioni, deduzioni e crediti di imposta. Senza toccare i settori che ci stanno a cuore, come sanità e istruzione, sui quali nessun intervento invasivo verrà fatto, stiamo valutando su quali detrazioni, di minore interesse per i contribuenti, si può fare una ‘potatura‘. Ma tutto questo si vedrà con la legge di bilancio”. Il lavoro di revisione ha come obiettivo l’Irpef del ceto medio e ha un costo tra i 2,5 mld e i 4 mld: «Il ceto medio è un tema che ci sta particolarmente a cuore, l’obiettivo è quello di portare l’aliquota dei contribuenti al 33%, spingendoci un pò più in là per quelli che fanno parte della terza fascia e portarlo sino a 60mila euro, prendendo 10mila euro della terza fascia e posizionarli sul 33%».
Cristina Bartelli, ItaliaOggi