C’è «la necessità vitale del cambio di passo della nostra Europa sulla competitività, in riferimento alle politiche industriali che grandi Paesi come Stati Uniti e Cina stanno adottando, senza farsi trascinare da politiche ambientali autolesionistiche. Vogliamo che sia centrale il valore sociale della produttività, come denominatore di crescita della ricchezza del Paese», dichiara il presidente di Confindustria Emanuele Orsini nella sua relazione all’assemblea annuale. «L’industria, italiana ed europea, difenderà con determinazione la neutralità tecnologica, chiedendo un’applicazione più realistica e graduale del Green Deal. Ecco perché oggi serve più che mai una solida politica industriale europea – aggiunge Orsini – . Una reindustrializzazione basata sulle tecnologie di punta, sulla produzione di materie prime, sull’applicazione dell’Intelligenza Artificiale, unita a un’adeguata revisione della politica commerciale e della concorrenza».
Meloni: «Correggeremo il green deal»
Un appello al cambiamento che viene subito accolto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. «Sono d’accordo con Orsini, lo ringrazio per essere stato molto chiaro su questo, sui risultati disastrosi frutto di un approccio ideologico del green deal europeo: decarbonizzazione al prezzo di deindustrializzazione, ha detto, è una debacle, è così», ha detto Meloni intervenendo all’assemblea di Confindustria. «Lo vogliamo dire che è non intelligentissima come strategia? E lo diciamo perché siamo amici dell’Europa e vogliamo difendere la capacità industriale europea. Le persone amiche dell’Europa devono avere il coraggio di dire le cose che non funzionano».
Le richieste di Confindustria al governo
«Ci aspettiamo che il nostro piano strutturale di bilancio includa quelle riforme e quegli investimenti che sono assolutamente necessari», ha evidenziato Orsini nella sua relazione. In particolare, per il presidente di Confindustria, «bisogna prevedere serie politiche industriali e rilevanti incentivi agli investimenti, la risposta al post Pnrr». Secondo Orsini, «si tratta di una questione per noi estremamente importante: dobbiamo pensare ora a come proseguire con gli investimenti, come la spinta che ci deve dare Industria 5.0». Il presidente di Confindustria nella sua relazione chiede di rendere permanente il taglio del cuneo fiscale «poiché se le retribuzioni sono al di sotto della media europea il costo del lavoro è più elevato» e di introdurre l’aliquota premiale sull’Ires per gli utili reinvestiti, abolire l’Irap per le società di capitali e non sostituirla con una sovraliquota Ires.
Corriere.it