Una macchia gialla di cappellini, bandiere e magliette. Sei trattori e un palco agricolo, a cui si accede salendo sulle balle di fieno. Coldiretti Liguria è scesa in piazza in massa, stamattina, sotto il palazzo della Regione Liguria per chiedere un piano straordinario di depopolamento dei cinghiali. “Serve un piano straordinario di depopolamento per mettere mano a una situazione che è assolutamente fuori controllo. Non ce lo possiamo più permettere. Bisogna cambiare la direzione”, è l’appello di Gianluca Boeri, presidente di Coldiretti Liguria. “Tre anni fa eravamo qui a chiedere azioni concrete per ridurre sensibilmente il numero di cinghiali- ricorda- da allora, è scoppiata la peste suina africana e la provincia di Genova è quella che in Italia ha il più alto numero di ritrovamento di capi infetti. Da un problema solo di carattere agricolo, è diventato un problema per tutta la società: non è più tollerabile”. Gli agricoltori hanno consegnato al presidente ad interim e assessore all’Agricoltura, Alessandro Piana, una serie di proposte per liberalizzare il depopolamento. “Il nostro territorio è costituito all’80% da boschi e aree interne, ma siamo invasi anche nelle aree costiere. La situazione è fuori controllo- rimarca Boeri- abbiamo dato in mano al presidente pro tempore Alessandro Piana una serie di dispositivi per adeguare la normativa regionale, intervenendo tutto l’anno su tutto il territorio con qualsiasi misura efficace per contenere questo problema”. I danni dei cinghiali, spiegano, sono ormai incalcolabili: “Ogni dieci aziende che denunciano i danni, ce ne sono cento che non lo fanno più perché i rimborsi che vengono erogati non sono efficaci né per la quantità né per i tempi di erogazione che servono a un’azienda che restano a galla”, sostiene il presidente regionale. La numerosa partecipazione di stamattina, nonostante il sole cocente, “testimonia la gravità del problema- aggiunge il presidente di Coldiretti Genova, Luca Dalpian- la misura è colma, non possiamo più vederci distrutti i raccolti tutti gli anni. Se vogliamo che l’entroterra e le imprese agricole continuino a lavorare, dobbiamo imporre un piano di depopolamento per ridurre il numero di cinghiali”. Per Dalpian, “avere i cinghiali che scorrazzano nelle città non è normale, è sinonimo che sono troppi e che vanno ridotti. Se vogliamo che i giovani tornino all’agricoltura, oggi dobbiamo dargli delle risposte”. Perché quelle arrivate finora, sostiene l’agricoltore dell’entroterra genovese, non sono servite a nulla: “Sono stati spesi 12 milioni per una recinzione che doveva contenere la peste suina e non è servita a nulla. Quei soldi potevano essere utilizzati per un piano di depopolamento già da tempo”. Infine, ricorda, “per tenere sotto controllo la peste suina, abbiamo azzerato il settore della suinicoltura, che anche se in Liguria aveva numeri piccoli, creava comunque una filiera che dava reddito alle nostre imprese. Non è più tollerabile”.