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Un gruppo di ricerca composto da scienziati dell’High Energy Accelerator Research Organization (KEK) e della Japan Atomic Energy Agency (JAEA) ha recentemente annunciato un importante risultato nel campo della fisica delle particelle. Gli scienziati hanno condotto con successo il primo esperimento al mondo di ri-accelerazione dei muoni, particelle elementari simili agli elettroni ma con una massa circa 200 volte maggiore, dopo averle precedentemente “raffreddate” artificialmente.
Il risultato di questo esperimento pionieristico è stato descritto come un importante passo avanti nella comprensione della fisica delle particelle, potenzialmente rivoluzionario per la teoria attuale che spiega i movimenti delle particelle elementari costituenti della materia. Secondo i ricercatori, questa innovazione potrebbe anche migliorare l’accuratezza delle ispezioni interne di strutture di grandi dimensioni.
I muoni sono particelle subatomiche che si formano in grande quantità quando i raggi cosmici entrano in collisione con l’atmosfera terrestre. Sono noti per la loro capacità di penetrare materiali densi, inclusi diversi chilometri di roccia, rendendoli strumenti utili nelle ispezioni interne di vulcani, piramidi e reattori delle centrali nucleari danneggiate.
Il procedimento sperimentale ha coinvolto inizialmente il raffreddamento dei muoni, una tecnica che ha permesso di controllare e preparare le particelle per la ri-accelerazione. Questo passaggio cruciale ha aperto la strada per il successivo processo di ri-accelerazione, durante il quale i muoni sono stati accelerati nuovamente a velocità significative.
Il successo dell’esperimento è stato reso possibile grazie alla collaborazione interdisciplinare tra esperti di fisica delle particelle, acceleratori di particelle e tecnologie di raffreddamento avanzate. La sfida consisteva nel mantenere i muoni sufficientemente freddi per poi riportarli ad alte energie senza compromettere le loro proprietà fondamentali.
Il prossimo passo per il team di ricerca sarà quello di analizzare i dati raccolti durante l’esperimento e condurre ulteriori studi per esplorare le implicazioni teoriche e pratiche di questa nuova capacità tecnologica. Si prevede che tali sviluppi contribuiranno in modo significativo alla fisica delle particelle e potrebbero aprire nuove strade per applicazioni tecnologiche avanzate nel futuro.