La parola chiave è “outreach”, inglese per “sensibilizzazione” o anche ampliamento del proprio raggio di azione. Un termine, nel caso del G7 a presidenza italiana, che allude a un’azione politico-diplomatica capace di superare i confini delle potenze ufficialmente parte del forum. La conferma di questa ambizione, sottolineano fonti italiane sul vertice dei capi di Stato e di governo al via giovedì prossimo, sta nella lista degli inviti diramati nelle settimane e nei mesi scorsi: nel resort pugliese di Borgo Egnazia ci saranno partecipanti in arrivo dall’Africa e dal Sudamerica, oltre che dalla Santa Sede, con Papa Francesco atteso venerdì 14 per la sessione sull’intelligenza artificiale, uno dei temi in agenda, fortemente voluto dalla presidenza italiana. Non solo dunque il G7 propriamente detto, il format nato negli anni Settanta del secolo scorso per far fronte alla crisi energetica e che oggi riunisce Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Giappone, Italia, Canada e Francia, con l’aggiunta del Consiglio e della Commissione dell’Unione Europea. Tra i Paesi rappresentati in Puglia ai massimi livelli ci saranno Brasile, India e Sudafrica, la “troika” del G20 che riunisce un pezzo di “Sud globale”. Un posto di rilievo è poi riservato all’Africa. Al G7 ci sarà la Mauritania, che detiene la presidenza di turno dell’Unione Africana, ma anche l’Algeria, il Kenya e forse la Tunisia. Se l’attenzione verso il continente dovrebbe essere accentuata in linea con lo spirito del Piano Mattei, l’orizzonte del forum sarà comunque globale: si spiega così l’invito all’Argentina, con il presidente Javier Milei, un altro Paese di riferimento dell’America Latina, peraltro a poche settimane dalle elezioni in Venezuela previste a fine luglio.