Il concordato preventivo biennale cambia il ruolo degli indicatori sintetici di affidabilità fiscale. Da strumenti di selezione delle posizioni di contribuenti da sottoporre a controllo, a strumenti primari di determinazione del reddito e del valore della produzione netta concordabile.
Un cambio di passo in base al quale diviene ancora più delicata e rilevante la gestione delle informazioni e dei dati che i contribuenti inseriranno nei modelli ISA relativi al periodo d’imposta 2023. Da un possibile tramonto delle pagelle fiscali, adombrato durante le prime stesure della riforma, ad un ruolo sempre più incisivo e rilevante il cui destino sembra strettamente ancorato al successo del nuovo istituto di compliance fiscale introdotto dal Dlgs n.13/2024. La possibilità che il punteggio ISA influenzi, in maniera più o meno diretta, l’ammontare delle basi imponibili che i contribuenti potranno concordare con il fisco per il biennio 2024-2025 costituisce, senza ombra di dubbio, un nuovo modo di leggere ed interpretare i punteggi di affidabilità fiscale. In un certo senso, questa nuova capacità delle variabili di calcolo del software ILTUO ISA di modificare le basi imponibili sulle quali i contribuenti determineranno le loro imposte, riporta alla mente gli studi di settore.
Non è un caso che nel nuovo modello CPB (concordato preventivo biennale) che costituisce parte integrante dei modelli ISA da trasmettere in allegato alla prossima dichiarazione dei redditi, l’Agenzia delle entrate abbia previsto l’obbligo a carico dei contribuenti di indicare i redditi e il valore della produzione netta rilevanti ai fini del concordato preventivo biennale. Chi deciderà di non aderire al concordato preventivo dovrà dunque esplicitare quali livelli di imponibili ha rifiutato, facilitando così il compito dell’Agenzia delle entrate e della g>Guardia di finanza che, alla luce di quanto previsto nell’articolo 34 del citato Dlgs n.13/2024, programmeranno l’impiego di una maggiore capacità operativa per intensificare il controllo nei confronti dei soggetti che decideranno di non aderire al concordato preventivo biennale. Ma queste basi imponibili saranno determinate, in massima parte, dal grado di affidabilità fiscale che il singolo contribuente consegue in base alla sua situazione strutturale e contabile.
Il responso degli ISA sarà determinante non solo ai fini dell’accettazione o meno della proposta di concordato, ma anche in ipotesi di possibili future attenzioni da parte dell’amministrazione finanziaria.
Attenzioni che non si concentreranno soltanto su chi deciderà di non aderire al concordato ma anche su coloro che, una volta accettata la proposta, ne decadranno, magari proprio per effetto di un’accertata errata indicazione dei dati nel modello ISA.
Non a caso l’articolo 22 del Dlgs n.13/2024, considera violazioni di non lieve entità, tali da far decadere il contribuente dal concordato con il fisco, la comunicazione inesatta o incompleta dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale, in misura tale da determinare un minor reddito o valore netto della produzione oggetto del concordato per un importo superiore al 30 per cento.
L’importanza degli indicatori sintetici di affidabilità fiscale in ottica >concordataria non si ferma qui. L’articolo 19 del Dlgs n.13/2024 prevede che per i periodi d’imposta oggetto di concordato, ai contribuenti che aderiscono alla proposta formulata dall’Agenzia delle entrate verranno riconosciuti tutti i benefici premiali previsti dallo specifico regime che, in condizioni normali, è invece riservato ai contribuenti che conseguono punteggi elevati di affidabilità fiscale. Il nuovo concordato preventivo biennale ha restituito linfa agli indici sintetici di affidabilità fiscale modificandone, almeno in parte, anche il ruolo. È per questo motivo che gli ISA, da quest’anno, tornano ad avere un ruolo di primo piano.
Andrea Bongi, ItaliaOggi