L’accordo tra il ministero dell’Economia e Lufthansa sul futuro di Ita Airways è a un passo dal disintegrarsi contro il muro dell’Antitrust Ue. Negli ultimi giorni i tecnici della Direzione generale della Concorrenza europea — guidati dalla commissaria Margrethe Vestager — sono disposti a dare il via libera alle nozze a patto che il vettore tricolore non entri mai nella joint venture transatlantica che il gruppo di Francoforte ha con United Airlines e Air Canada. Una «linea rossa» per i soggetti coinvolti perché si tratta di un accordo commerciale che le società sottoscrivono per avere i maggiori benefici con i partner sparsi nel mondo e che porta centinaia di milioni di utili ogni anno. È quanto apprende il Corriere da tre fonti comunitarie a conoscenza delle discussioni. Mef, Ita e Lufthansa non commentano. No commenta anche dalla Commissione europea.
L’incontro Spohr-Vestager
Mercoledì 22 maggio — anticipando la sua visita per sfuggire alle attenzioni della stampa — l’amministratore delegato di Lufthansa, Carsten Spohr, ha incontrato per la terza volta in poche settimane a Bruxelles la commissaria Vestager. È stato un faccia a faccia nel quale il manager ha spiegato meglio il pacchetto di rimedi presentato con il ministero dell’Economia per andare incontro alle preoccupazioni dell’Antitrust Ue che teme problemi alla concorrenza su Milano Linate, su alcuni voli tra l’Italia e i Paesi hub di Lufthansa (Germania, Svizzera, Austria, Belgio) e sui collegamenti tra il nostro Paese e Usa/Canada. Ma non è servito a «smuovere» Vestager e i suoi funzionari.
I rimedi proposti
Ufficialmente dalla Commissione europea hanno parlato di «poche proposte» e di «progressi lenti». Dietro le quinte si sta consumando uno scontro senza precedenti tra Roma/Francoforte e Bruxelles per un approccio sull’argomento che lascia perplessi pure diversi esperti di concentrazioni nel settore. Se su Linate e i voli di corto raggio al momento la questione sembra più «facile» da risolvere — sottolineano le fonti comunitarie — l’Antitrust Ue resta inflessibile sui collegamenti sopra l’Atlantico. Anzi. Negli ultimi giorni ha ulteriormente irrigidito la sua posizione.
Le nuove richieste
Nelle interlocuzioni più recenti con gli italiani e i tedeschi gli uffici della commissaria Vestager hanno chiesto che Lufthansa rinunci a far entrare — per sempre — Ita nella joint venture transatlantica «A++», lasciandola così come entità separata in quel segmento di viaggio anche quando il colosso tedesco avrà rilevato il 100% dell’azienda che oggi è in mano al Tesoro italiano. Una richiesta che due esperti stranieri consultati dal Corriere giudicano «dannosa, controproducente e al limite dell’insulto», oltre a non avere secondo loro senso «né da un punto di vista industriale né sotto il profilo della tutela del consumatore».
La proposta italo-tedesca
Nella loro proposta Lufthansa e Mef si impegnano a tenere separate, per due anni, le attività di Ita sul Nord Atlantico da quelle di Francoforte. E si offrono di portare parte dei passeggeri in viaggio tra l’Italia e Usa/Canada sugli hub dei vettori rivali — come Air France, Klm, Iberia, British Airways — siglando con loro accordi commerciali. Un pacchetto che però all’Antitrust Ue non basta. Così come non sono state giudicate sufficienti le ulteriori proposte consegnate negli ultimi giorni.
Le critiche
Al momento Lufthansa e Tesoro si ritrovano a corto di ulteriori idee per superare l’ostacolo dei voli intercontinentali, proseguono le fonti comunitarie che hanno chiesto l’anonimato perché non autorizzate a discuterne con la stampa. Gli esperti spiegano che il rilancio della compagnia italiana, di fronte a questa richiesta europea, non potrà mai avvenire perché tutte le «network airlines (le compagnie cosiddette tradizionali, ndr) europee di successo hanno un forte partner negli Usa che porta clienti americani e che consente le prosecuzioni oltreoceano negli aeroporti anche più piccoli dove loro non arrivano».
La quota delle jv
Lufthansa e le altre compagnie del gruppo (Swiss, Austrian Airlines, Brussels Airlines) hanno la joint venture con United e Air Canada, Air France e Klm con Delta Air Lines (e Virgin Atlantic), British Airways e Iberia con American Airlines. Secondo i dati forniti al Corriere dalla piattaforma specializzata Cirium nel 2024 otto sedili su dieci sui voli Europa-Usa sono venduti dalle tre joint venture transatlantiche. Una quota troppo alta, secondo gli uffici della Direzione generale della Concorrenza Ue, che per la prima volta iniziano a rimettere mano ad accordi che loro stessi hanno autorizzato negli anni precedenti e iniziando con un vettore, Ita, che in queste alleanze non c’è nemmeno.
Le due anime dell’Antitrust
«C’è una parte dell’Antitrust europeo che vuole davvero trovare una soluzione con il Tesoro italiano e Lufthansa», spiegano le fonti comunitarie. «Ma vuole anche che questo avvenga facendo pagare alle parti il maggiore costo possibile». A dire il vero dentro la stessa autorità ci sarebbero diverse divisioni tra chi ritiene che le compagnie europee abbiano acquisito troppo potere di mercato e chi invece sostiene che la sfida non sia all’interno dei confini Ue, ma con i giganti dei cieli — americani, turchi, mediorientali, asiatici — che stanno progressivamente sottraendo passeggeri e ricavi in Europa proprio ai vettori del Vecchio Continente.
Un dossier «politico»
La situazione inizia ad agitare anche i sindacati, in particolare di Ita. Secondo le fonti comunitarie la trattativa è ormai in una fase puramente politica avendo affrontato tutti gli aspetti tecnici. C’è anche chi ritiene che a questo punto il dossier potrà sbloccarsi — con un esito positivo per Ita e Lufthansa — soltanto con una telefonata tra la premier italiana Giorgia Meloni e la presidente (uscente e «candidata») delle Commissione europea Ursula von der Leyen.
Leonard Berberi, corriere.it