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Trasparenza, proporzionalità, sicurezza, protezione dei dati personali, riservatezza, accuratezza, non discriminazione, parità dei sessi e sostenibilità: sono i principi a cui si dovranno sempre ispirare i modelli di intelligenza artificiale. Il loro sviluppo dovrà avvenire su dati e tramite processi di cui deve essere garantita e vigilata la correttezza, l’attendibilità, la sicurezza e la qualità. Lo precisa l’articolo tre del disegno di legge sull’intelligenza artificiale, nella versione bollinata ieri dalla Ragioneria dello Stato e ora in attesa della firma del Presidente della Repubblica. Il testo dispone, poi, che l’utilizzo dell’AI non deve pregiudicare lo svolgimento con metodo democratico della vita istituzionale e politica. E che i sistemi e i relativi modelli devono essere sviluppati e applicati nel rispetto dell’autonomia e del potere decisionale dell’uomo, della prevenzione del danno, della conoscibilità e della spiegabilità.
L’uomo al centro
Il testo di legge enfatizza, quindi, la dimensione antropocentrica che deve possedere ogni sistema di intelligenza artificiale. L’articolo due fornisce definizioni chiare per i termini chiave, come “sistema di intelligenza artificiale” e “dati“. Questo aiuta a stabilire un linguaggio comune per le normative, facilitando la comprensione e l’implementazione delle disposizioni normative, che verranno emanate a partire dall’AI ACT, il regolamento europeo del quale si attende a breve la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
La sicurezza come bussola
I sistemi di IA sono descritti come entità automatizzate che possono adattarsi e prendere decisioni basate su input ricevuti, influenzando ambienti fisici o virtuali. Un aspetto cruciale del disegno di legge è la sua enfasi sulla sicurezza e sulla trasparenza dei sistemi di IA. Gli articoli quattro e cinque sottolineano l’importanza di garantire che l’uso dell’IA non pregiudichi la libertà di espressione, il pluralismo dei mezzi di comunicazione e la riservatezza dei dati personali. Inoltre, la legge promuove la creazione di un mercato dell’IA equo e competitivo, sostenendo l’innovazione e la sovranità tecnologica dell’Italia. L’utilizzo dell’IA in ambito sanitario è trattato con particolare attenzione nel disegno di legge. Gli articoli 7 e 8 delineano come l’IA possa contribuire al miglioramento del sistema sanitario, alla prevenzione e alla cura delle malattie, nel rispetto dei diritti e della privacy dei pazienti.
Uno strumento di lavoro
La legge prevede che i sistemi di IA utilizzati in sanità siano periodicamente verificati e aggiornati per minimizzare i rischi di errori, garantendo così la massima affidabilità e sicurezza. In ambito lavorativo, l’IA è vista come uno strumento per migliorare le condizioni di lavoro, tutelare l’integrità psicofisica dei lavoratori e aumentare la produttività. Gli articoli 10 e 11 specificano che l’uso dell’IA deve essere trasparente, non discriminatorio e rispettoso della dignità umana. Inoltre, è istituito un Osservatorio sull’adozione dell’IA nel mondo del lavoro, con il compito di monitorare l’impatto della tecnologia e promuovere la formazione dei lavoratori e dei datori di lavoro.
Uno scudo sul Paese
Sicurezza nazionale e cybersicurezza rappresentano un altro pilastro fondamentale del disegno di legge. Gli articoli 16 e 18 evidenziano come l’IA possa essere utilizzata per rafforzare la cybersicurezza del Paese, promuovendo la resilienza contro tentativi di alterazione e garantendo un approccio basato sul rischio. La legge esclude specificamente le attività di sicurezza nazionale dal suo ambito applicativo, assicurando tuttavia che queste rispettino i diritti fondamentali.
L’ambizioso disegno
Il disegno di legge sull’intelligenza artificiale è certamente un passo significativo verso una regolamentazione dell’IA in Italia; il testo cerca di bilanciare le opportunità offerte dall’IA con la necessità di proteggere i diritti fondamentali e la sicurezza dei cittadini. La legge, se implementata efficacemente, potrebbe posizionare l’Italia all’avanguardia nello sviluppo della tecnologia, garantendo al contempo che i suoi benefici siano accessibili a tutti, in modo equo e sicuro.
Fabrizio Vedana, ItaliaOggi