(di Tiziano Rapanà) Colussi celebra il passato. Il suo, glorioso, circondato dai biscotti più celeberrimi (da lustri) nel saper intendere il mangiare secondo i gusti del sapere fare italiano. Ma non è un libro o una brochure, bensì è un florilegio di prodotti che rappresentano fasi importanti della pasticceria veneta. Ecco così la nuova linea di biscotti “Colussi Venezia”, che si ricollega al fondatore Giacomo Colussi e al suo primo forno aperto a Riò Tera San Leonardo. Sei proposte come sei idee per ricordare e riordinare un vissuto che ha per cuspide il mitico granturchese. Arrivano quindi i baicoli, che del Veneto sono ultratipici. Furono i primi biscotti prodotti da Angelo Colussi nei primi del Novecento (quando fu aperta la prima fabbrica dell’azienda). I baicoli sono talmente antichi da meritare uno spazio d’onore anche nel Dizionario del dialetto veneziano di Giuseppe Boerio (stampato per la prima volta nel 1827, l’ultima edizione aggiornata risale al 1857). Spazio anche per le lingue di gatto, che sono famose anche fuori dal Veneto. Non mancano i bussolai, che sono un importante capitello della storia della pasticceria regionale (altrove si potrebbero definire – impropriamente e mi scuso in anticipo con i puristi – taralli dolci, ma con un diametro più largo). Tempo di innovazioni con gli “essì”: altro punto forte della tradizione, ma completamente rivisti da Colussi: i biscotti, ispirati dalle forme del Canal Grande, ora sono ripieni di una confettura all’albicocca. Gli zaeti, invece, guardano rigorosamente alla loro storia originale: niente rivisitazione, resta quindi la “partnership” tra la farina di mais e l’uvetta (manca tuttavia la grappa, che è presente in varie versioni del biscotto). Molti di questi prodotti potete trovarli anche nel “misto veneziano”, che include i peperini. Colussi ha presentato la nuova linea di biscotti, tempo fa, a ISM (è una fiera dei dolci e snack che si tiene a Colonia in Germania) e adesso è pronta a presentarla al grande pubblico.