(di Tiziano Rapanà) Agroalimentare e non solo, creatività del bere e del mangiare made in Italy, anche questo costruisce il vessillo di un’identità. Non solo: la voglia di fare dell’imprenditoria crea un quid che fa l’Italia e non la rappresenta soltanto. E adesso questa unicità, quest’alterità che si staglia nel cielo e rende misera la mediocrità, e non viene solo dall’agroalimentare e da tutto quello che viene racchiuso nell’anglicismo food and beverage, ma anche dall’editoria e da tutti i settori dell’industria, diventa protagonista con una mostra a Roma. Identitalia – The Iconic Italian Brands, così si chiama questo tenere presente i magnifici 113 marchi che ti fanno dire con un ardore lievemente retorico: “Siamo i migliori!” La mostra, promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy in collaborazione con Unioncamere e l’Associazione Marchi Storici d’Italia, guarda ad un raccolto che giustamente esalta il nostro genio; perché non dobbiamo darci la zappa sui piedi e ogni tanto deve essere dovuto il momento di autocelebrazione. I curatori Carlo Martino e Francesco Zurlo hanno voluto valorizzare le storie di successo della imprenditoria nostrana. Imprenditori che ci hanno fatto dono di marchi come Aperol, Auricchio, Barilla, Mulino Bianco, Algida, San Carlo, Cirio, AIA, Negroni, Campari, Disaronno, Granarolo, Yomo, Motta, Bauli, San Pellegrino, Parmigiano Reggiano e tanti altri. C’è una storia che merita di essere vista con la lente della curiosità per le nascite e le evoluzioni e gli inaspettati imprevisti positivi. Avete tempo, fino al 6 aprile, per vedere e ammirare il meglio della nostra Italia a Palazzo Piacentini, nella sede del Mimit.