Il settore delle telecomunicazioni in Europa presenta una frammentazione significativa, con 45 operatori attivi, in contrasto con gli Stati Uniti, che ne contano solo 8, e la Cina, con 4 operatori. Questa situazione influisce negativamente sugli investimenti nel settore. Lo ‘State of Digital Communications’ di ETNO, l’associazione che rappresenta i principali operatori europei delle telecomunicazioni, evidenzia che la forte concorrenza sul mercato continentale limita la capacità delle compagnie di investire al ritmo di altri Paesi. Inoltre, l’aumento dell’inflazione ha ridotto i ricavi degli operatori, poiché i rincari dei prezzi non sono stati completamente trasferiti alle tariffe.
Secondo l’indagine, nel 2021 e nel 2022 il fatturato del mercato consumer è cresciuto rispettivamente dello 0,7% e del 2,1%, tassi inferiori rispetto all’aumento dell’inflazione. I prezzi delle telecomunicazioni in Europa rimangono inferiori rispetto ad altri mercati, con un ricavo medio per abbonato di 15 euro nel 2022, a fronte di 42,5 euro negli Stati Uniti, 26,5 euro in Corea del Sud e 25,9 euro in Giappone.
Nonostante un aumento assoluto degli investimenti nel 2022, che hanno quasi raggiunto i 60 miliardi di euro, la spesa pro capite rimane inferiore rispetto agli Stati Uniti e alla Cina. Ciò ha contribuito al ritardo dell’Europa nel campo delle infrastrutture di rete, specialmente nel 5G, dove la copertura della popolazione nel 2023 era all’80%, inferiore rispetto agli Stati Uniti, alla Corea del Sud, al Giappone e alla Cina.
ETNO spiega che gli operatori europei affrontano sfide significative in un mercato troppo frammentato, questo limita la loro capacità di competere globalmente e di investire in nuove infrastrutture.