(di Tiziano Rapanà) Riparlo volentieri, a più di un anno di distanza, di Borgo Stajnbech. Ossia della bellezza di una famiglia che opera in una realtà vinicola. Giuliano Valent e Adriana Marinatto hanno costruito, nel cuore del Veneto Orientale (a Belfiore di Pramaggiore, in quel di Venezia), un’azienda che produce e onora il vino. È un’idea di imprenditoria vissuta e costruita in famiglia, portata avanti dalla figlia Rebecca. Stajnbech ha uno sguardo sul mondo che guarda alla tradizione, ma fino ad un certo punto. Si veda la riuscita interpretazione del classico vino bianco Chardonnay che ha un sapore vivace ma non invasivo. Semmai si avverte una morbidezza al palato, che non è usuale nei vari Chardonnay partoriti dall’aziende in giro per l’Italia: il vino è perfetto con una frittura di calamari. Comunque non è dello Chardonnay che vi voglio parlare, oggi, anche se merita la vostra attenzione. È il tempo di un anniversario importante per l’azienda vinicola. Lo Stajnbech Rosso compie 25 anni. È primo blend barricato che porta il nome e anche i valori – e dunque il gonfalone – dell’azienda. Però l’anima del vino è il caso di sentirla spiegata dalla voce della famiglia Stajnbech: “Siamo senza dubbio orgogliosi dei nostri vini bianchi ma non vogliamo assolutamente dimenticare i nostri vini rossi, considerando il fatto che storicamente questo è un territorio vocato proprio a questa tipologia. Abbiamo creato un blend scegliendo un vitigno autoctono, il Refosco dal Peduncolo Rosso, per continuare a farci ambasciatori del nostro territorio e delle sue peculiarità anche all’estero.” Altre due cose sullo Stajnbech Rosso. Il vino è strutturato per il 70% da uve Refosco Peduncolo Rosso e per il 30% da Cabernet Sauvignon, coltivate su terreni argillosi. Le uve vengono macerate e fermentate in tini di acciaio inox a temperatura controllata. Dopo un morbido processo di pressatura, il vino matura in barriques di rovere francese per 15 mesi.