Per l’Ocse i forfettari sono da eliminare mentre il superbonus è da rifare su modello di quello francese. La riforma fiscale è comunque sulla strada giusta. Secondo l’Economic Outlook 2024 pubblicato ieri dall’organizzazione parigina, è copioso l’elenco dei possibili interventi sul fronte fiscale per contribuire ad alleggerire le pressioni sul bilancio pubblico italiano e favorire la crescita. Il punto di partenza deve comunque essere la lotta contro l’evasione “anche continuando a promuovere i pagamenti digitali e invertendo l’aumento del massimale sulle transazioni in contanti”. In particolare, la legge di bilancio 2023 aveva aumentato il limite dei contanti a 5.000 euro, rispetto ai precedenti 1.000 euro, decisione che “appare controproducente e dovrebbe essere modificata”. Ma non si tratta solo di evasione, esiste infatti margine per ridurre l’erosione della base imponibile dell’imposta sul reddito, anche riducendo le spese fiscali (detrazioni e deduzioni) e limitando la proliferazione di regimi speciali di imposte forfettarie. Si suggerisce, quindi, di “eliminare gradualmente le onerose agevolazioni fiscali prive di giustificazione economica o distributiva”, ad esempio limitando la copertura della detrazione per il coniuge a carico.
In merito alla riforma fiscale, la legge delega “mira a ridurre l’onere della tassazione sul lavoro”, razionalizzando il sistema delle agevolazioni fiscali e rafforzando l’adempimento degli obblighi fiscali, “obiettivi sostanzialmente in linea con le raccomandazioni formulate negli studi precedenti”. Tuttavia, le riforme mirano a realizzare un graduale passaggio a un’imposta forfettaria sul reddito delle persone fisiche “che potrebbe ridurre la progressività e determinare perdite significative in termini di entrate”. L’esperienza internazionale suggerisce che solo in pochissimi paesi sono in vigore regimi di imposizione forfettaria sul reddito che, a seconda dell’impostazione, “essi gravano sui lavoratori a reddito medio, mentre i lavoratori a basso e alto reddito tendono a beneficiarne”. La base imponibile dell’imposta sul reddito, infatti, “è già stata erosa dalla proliferazione di regimi di imposta forfettaria, tra cui l’imposizione forfettaria del 15% sui redditi dei lavoratori autonomi fino a 85.000 euro”.
Ritorna il tema degli immobili
“Lo spostamento dell’imposizione dal lavoro alle successioni e ai beni immobili renderebbe il mix fiscale più favorevole alla crescita, consentendo al contempo di incrementare le entrate”, scrive l’organizzazione. Sarebbe anche necessario aggiornare “i parametri per il calcolo della base imponibile dell’imposta sugli immobili”, tenendo conto dei relativi effetti distributivi. Sul totale del gettito fiscale, infatti, la quota delle imposte sul lavoro è più elevata rispetto agli altri paesi dell’Ocse, mentre l’Iva riscossa e le imposte di successione sono inferiori. Una riforma globale volta a rendere il sistema fiscale più favorevole alla crescita dovrebbe, quindi, “prendere in considerazione la reintroduzione di imposte patrimoniali ricorrenti sull’abitazione principale, l’aggiornamento dei calcoli della base imponibile per l’imposta sugli immobili nonché l’aumento delle imposte di successione”.
Superbonus
“Il generosissimo programma”, introdotto nel 2020, a febbraio ha introdotto interventi di ristrutturazione a vantaggio “di poco più del 3% del patrimonio immobiliare italiano”, per un onere fiscale complessivo che ammonta al 4% circa del Pil, “sottolineando la scarsa convenienza economica del regime”. L’Italia dovrebbe “riformare il suo regime di sgravi fiscali” per orientarlo verso edifici meno efficienti e integrarlo con un sistema basato su un mix di finanziamenti a lungo termine altamente agevolati e sussidi riservati alle famiglie a basso reddito. L’incidenza degli incentivi erogati dovrebbe essere inversamente proporzionale al reddito delle famiglie, così come avviene in Francia, suggerisce l’Ocse. Tuttavia, una quota minima del costo dovrebbe essere sempre finanziata attraverso l’erogazione di prestiti atti a consentire alle famiglie di poter partecipare finanziariamente al progetto.
Matteo Rizzi, ItaliaOggi