La produzione industriale in Friuli Venezia Giulia registra nel terzo trimestre un decremento del 6,8%, rispetto al +0,1% del trimestre precedente. Le vendite calano addirittura al -10,3% rispetto al +7,1%, del trimestre precedente. I nuovi ordini manifestano un ulteriore decremento del -10% dopo il -5,8% del secondo trimestre. L’occupazione, invece, continua a mantenersi sostanzialmente stabile, registrando pure un lieve incremento, anche grazie agli interventi posti in essere al suo sostegno e sviluppo, secondo l’analisi congiunturale elaborata dalla Confindustria regionale.
“Le dinamiche congiunturali continuano a delineare un sistema industriale in rallentamento che coinvolge differenti livelli di attività ed aree di diffusione a livello globale” sottolinea Pierluigi Zamò, presidente regionale di Confindustria. “Per l’Eurozona la contrazione generale è in gran parte dovuta al recente andamento economico di Francia e, soprattutto, di Germania, Paesi in cui le interconnessioni con il sistema industriale del Friuli Venezia Giulia sono particolarmente strette. Individuiamo tra le cause principali il peggioramento del settore manifatturiero, che ha subìto il maggior calo da maggio 2020, e il raffreddamento del mercato del lavoro. In generale, si conferma la tendenza al calo della produzione, del fatturato e degli ordini”.
“Guardiamo con attenzione ai segnali di ripresa dell’ economia tedesca attesi per il 2024 e sostenuti da un’azione di adeguamento dei salari reali; a quelli provenienti dalla Bce, che sembra essere meno incline al ricorso a politiche monetarie restrittive per il raggiungimento dell’obiettivo inflazione al 2% e, quindi”, conclude il presidente, “anche agli effetti reali legati alla stabilità dei tassi di interesse che, unitamente alla capacità del sistema Paese di utilizzare tutti i fondi messi a disposizione dal Pnnr, dovrebbero dare un orizzonte di stabilità e segnare il punto di ripartenza”.