Il vino si conferma volano dell’export agroalimentare Made in Italy. E’ quanto si afferma nella ricerca di Nomisma ‘Il vino italiano nel mondo. Trend, posizionamento e prospettive’, presentata in occasione del terzo incontro del tour di Agronetwork di promozione dei prodotti agroalimentari e dei territori, al Castello Nipozzano nel Chianti, in provincia di Firenze. Anche nel 2022 – si legge nella ricerca – il vino si colloca al primo posto (13% del totale) delle esportazioni agroalimentari italiane. Trend in continua crescita se consideriamo che dai 4,7 mld di euro del 2012 siamo passati ai 7,8 miliardi del 2022 (+ 68% in 10 anni). Solo nell’ultimo anno le esportazioni sono passate da 7,1 a 7,8 miliardi di euro. Secondo l’analisi di Nomisma, nell’ultimo decennio le imprese italiane hanno conquistato nuovi spazi di mercato, soprattutto in Nord America e in Asia: sebbene l’Unione Europa continui a rappresentare il principale mercato di destinazione delle esportazioni italiane (40% nel 2022), negli ultimi dieci anni è aumentato il peso di Stati Uniti e Canada (dal 27% del 2012 al 29% del 2022) e dei mercati asiatici (dal 5% al 7%). In parallelo si è assistito a una riqualificazione dell’export, con il calo del peso degli sfusi (attuale 19% in volume) a favore di spumanti e imbottigliati che rappresentano, rispettivamente, il 24% e il 57% delle esportazioni italiane di vino. “Le esportazioni italiane rimangono concentrate nelle regioni centro-settentrionali del Paese, ma negli ultimi anni anche il sud Italia ha aumentato il proprio grado di internazionalizzazione. Nonostante Veneto (con un peso del 36% sul totale dell’export vitivinicolo italiano nel 2022), Toscana (16%), Piemonte (16%), Trentino (9%) ed Emilia Romagna (6%) continuino a rappresentare le regioni ambasciatrici del vino italiano nel mondo, tra i top-10 territori che sono riusciti a far crescere maggiormente le proprie esportazioni figurano anche Abruzzo, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia grazie a tassi di crescita a doppia cifra tra il 2012 e il 2022”, dice Emanuele di Faustino, Responsabile Industria, Retail e Servizi di Nomisma. Il complicato scenario macroeconomico internazionale ha registrato per il primo semestre 2023 una frenata per il mercato del vino. Se infatti l’Italia ha mostrato un -0,4% a valore e un -1,4% a volume nei primi 6 mesi del 2023, Usa (-23,5% in valore) e Cile (-23,9% in valore) sembrano in caduta libera. Il calo interessa anche la Francia che segna un -6,1% a volume a fronte però di un +3,1% a valore.