I gestori ne sono convinti: è il momento di iniziare a puntare sulle obbligazioni «a sconto», quei titoli lanciati da emittenti pubblici, ad esempio i Btp, o dalle imprese, i corporate bond, o da emittenti sovrannazionali come Bei o Banca Mondiale in valute di Paesi emergenti con buone prospettive di ripresa economica. «Le obbligazioni “a sconto”, prendono questa denominazione perché sono scambiate sul mercato secondario — dove tutti gli operatori pubblici e privati possono acquistare o vendere liberamente — al di sotto della pari, ovvero al di sotto del valore di emissione e di rimborso», dice Paolo Barbieri, gestore specializzato nel reddito fisso di Valori Asset Management, una società indipendente di gestione del risparmio con sedi a Milano, in Svizzera e in Lussemburgo.
Quali sono i fattori che determinano lo “sconto”
Ma perché alcune emissioni obbligazionarie hanno prezzi di mercato inferiori al prezzo di sottoscrizione e al valore di rimborso? «Questo succede perché al momento dell’emissione questi titoli, spesso di durata medio-lunga, avevano cedole molto basse a causa delle condizioni di mercato del momento. Un bond a 10 anni emesso nel 2020 o nel 2021 difficilmente aveva una cedola superiore all’1 -1,5%. Adesso che i tassi di mercato sono a circa il 4,5%, quei titoli, di ottima qualità, hanno comunque un prezzo di mercato inferiore, che scende sotto la pari fino a quando il suo rendimento complessivo non eguaglia quello delle altre emissioni a cedola elevata», spiega Barbieri.
Un paniere da tenere d’occhio
Nella tabella ritroviamo una selezione di una dozzina di titoli di emittenti «corporate», pubblici (Btp) e sovrannazionali (Bei) che presentano questa caratteristica. Salvo due. Il bond emesso da Porsche, durata cinque anni e cedola al 4,5% che ha un prezzo di 101 e il bond delle Ferrovie dello Stato a scadenza 2033, anch’esso con cedola al 4,5% che viene scambiato appena sotto la pari a 99,27. «Il bond di Porsche, pur non avendo un rating è assimilabile a un titolo tripla B (massima sicurezza) e offre molto per una durata di 5 anni, in corrispondenza di un taglio minimo di appena 1.000 euro. Il titolo delle Ferrovie dello Stato, come la maggioranza delle obbligazioni societarie ha un taglio minimo di investimento di 100 mila euro», sottolinea il gestore. Tutti i titoli presenti nella tabella, di emittenti pubblici o privati hanno un rating molto elevato, non inferiore alla tripla B e per questo sono definiti «investment grade», per il loro grado di sicurezza.
Perché comprare titoli “a sconto”?
Ma perché acquistare titoli “ a sconto” rispetto ad altre emissioni trattate alla pari (o sopra la pari) e con cedola più alta visto che il rendimento delle tue tipologie di titoli è allineato grosso modo sugli stessi valori? «L’opportunità di acquistare titoli quotati sotto la pari è data dal fatto che in questo momento sia in Europa che negli Stati Uniti siamo vicini al picco massimo di aumento dei tassi di interesse. Dall’inizio del prossimo anno negli Usa e nella seconda metà del 2024 in Europa i tassi di interesse dovrebbero iniziare lentamente a scendere e questo offre un grande potenziale di guadagno ai detentori di titoli “a sconto”», aggiunge il gestore. In base a semplici equivalenze di matematica finanziaria, infatti, un titolo a 10 anni già emesso e scambiato sul mercato, guadagna circa 7 punti percentuali in conto capitale per ogni diminuzione di un punto percentuale dei tassi di interesse di mercato (viceversa li perde se i tassi salgono). Nei prossimi anni dunque i detentori di titoli a lunga scadenza, oltre all’attuale rendimento cedolare potranno guadagnare il un multiplo del 7% per ogni punto di ribasso dei tassi. Naturalmente si tratta di un guadagno sulla carta, che si realizza solo vendendo il titolo quando le condizioni saranno vantaggiose. Portandolo invece fino alla scadenza naturale si avrà soltanto il rimborso alla pari.
Le occasioni tripla A in valute di Paesi emergenti
Nella tabella elaborata per il Corriere da Valori Asset Management, salvo le due emissioni corporate ricordate in precedenza tutti i titoli esemplificati hanno un elevato potenziale di capital gain quando i tassi scenderanno. «Il massimo di questo effetto lo si potrà vedere sulle due emissioni sovrannazionali di Bei denominate in real brasiliani e in pesos messicani che già adesso offrono un rendimento vicino o superiore al 9%. Se prendiamo il caso del Brasile, dove i tassi sono attualmente al 13,25% a fronte di un’inflazione scesa a circa il 3% ci aspettiamo un taglio dei tassi circa 3 punti il che produrrà un guadagno a doppia cifra nelle quotazioni del titolo. Analogo discorso vale per il bond in divisa messicana. L’aspetto interessante di queste emissioni è che non vi è rischio sovrano, visto che l’emittente è sovrannazionale con rating tripla A e l’unico rischio è quello di cambio. Ma proprio per effetto del calo dell’inflazione ci aspettiamo un guadagno anche su queste fronte», conclude Barbieri.
di Marco Sabella, Corriere della Sera