Il quadro generale non cambia, il governatore ha già fatto capire che cambierà non meno di 5-6 pedine, ma che questo non avverrà prima dell’autunno e comunque non prima che si possa fare un primo bilancio delle misure adottate per stoppare la brutta china sulla quale si è avviata la sanità del Lazio. In pochi possono stare veramente tranquilli, tra i direttori generali, e i commissari sono “straordinari” apposta, per tamponare delle emergenze, non per costruire strategie. Poi ci sono dei dg che rispondono ad una logica di interessi, se non di politica, altri che godono di protezioni ritenute inossidabili e dei Dg che rispettano le regole del gioco. Per altri il confronto ci sarà, e non sarà facile. Qualcuno con le valige ai piedi c’è già, i posti disponibili cui puntare, in regioni limitrofe, non mancano. E’ un risiko complicato e fare nomi non aiuta. Nei corridoi della Regione, primo piano della Presidenza, ci si lamenta della scarsa disponibilità al dialogo di qualcuno, e c’è chi obietta che di ricambi validi ce ne sono pochi. I soliti rumors, più o meno affidabili. Ma la situazione è complessa e confusa. Governatori precedenti erano andati più per le spicce. Da questo punto di vista sembra che Francesco Rocca abbia una visione strategica più articolata. Non resta che augurarci che abbia ragione.
Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio