“I ponti di Primavera, il 25 aprile, 1 maggio e anche Pasqua sono andati benissimo e ci fanno ben sperare che il 2023 sarà l’anno del sorpasso sul 2029, il periodo pre covid. Ne abbiamo quasi la certezza perché è il primo anno senza alcun tipo di restrizioni e la gente ha voglia di viaggiare”. Ad affermarlo è il presidente di Assoturismo-Confesercenti Vittorio Messina, intervistato dall’Adnkronos, concordando con le previsioni dei flussi turistici di quest’anno annunciati dal ministro del Turismo Daniela Santanchè, anche in previsione delle vacanze estive.
In termini di presenze, infatti, i ponti primaverili rappresentano il banco di prova e “addirittura le presenze hanno superato quelle del 2019 , nonostante qualche incertezza dal punto di vista climatico. Le città d’arte hanno fatto il pienone ed è stata un’ottima boccata d’ossigeno, dopo la crisi devastante durante la pandemia, sia in termini di presenze che in termini economici”.
“Il dato positivo è la ricomparsa in termini percentuali dei flussi turistici degli stranieri + 13,7% a Pasqua e durante i ponti, – argomenta il numero uno di Assoturismo – e non solo degli europei che avevamo cominciato a vedere sul finire del 2022 ma soprattutto dei turisti statunitensi, un numero importante in termini percentuali che fa ben sperare per il recupero di quel 13,5% di Pil (ante covid) in quanto è un turismo alto spendente. Le premesse per una stagione balneare altrettanto importante dunque ci sono”.
“Le mete più ‘gettonate’ delle vacanze primaverili sono state oltre alle città d’arte, borghi, colline, e anche la montagna è andata bene, mentre il mare un po’ meno vista l’incertezza climatica, – spiega Messina – anche se il turismo balneare è al secondo posto per importanza. Ci aspettiamo da giugno in poi il boom del turismo al mare, ma riteniamo che ci sarà il pienone ovunque”.
L’assenza dei flussi dalla Russia “si sente” perché “anche se non sono mai stati significativi in termini numerici si tratta di una perdita economica significativa in quanto è un turismo alto spendente. Fermo restando però – si affretta a precisare – che serve risolvere la crisi russo-ucraina”. Una crisi che incide anche sul turismo proveniente dall’Oriente. “Il problema è che le rotte aeree hanno dovuto cambiare i percorsi aumentando i costi per evitare di sorvolare le zone di guerra e quindi le presenze sono diminuite” conclude Messina.