“L’obiettivo è garantire una salute per tutti, ma soprattutto una salute equa, anche in considerazione dei fattori che influiscono sulla salute come il fattore di genere, quelli economici e il fatto di vivere in un’area piuttosto che in un’altra. L’obiettivo è fare il punto ed elaborare linee guida importanti, per spingere i decisori, quindi i governi, a elaborare delle politiche di alto livello che tengano in considerazione la salute. Dal convegno uscirà un documento per i decisori”. Lo ha dichiarato Roberta Siliquini, nella foto, presidente della Società italiana di Igiene Medicina preventiva e sanità pubblica (Siti) a margine della cerimonia di apertura del 56esimo Congresso nazionale che si apre oggi e durerà fino al 5 maggio presso l’Ergife Palace Hotel di Roma. “Quello di quest’anno è un congresso che cade in un momento molto particolare – ha aggiunto -, non solo per il paese ma per il mondo, c’è una congiunzione negativa di fattori che remano contro la salute, guerre, crisi economiche e climatiche. L’occasione di questo convegno è proprio fare il punto della situazione e capire cosa i professionisti della sanità pubblica possono fare, per agire in modo rapido su tutte queste tematiche”. La presidente ha poi aggiunto, a proposito della possibile decisione da parte dell’Oms il prossimo 4 maggio: “Decretare la fine della pandemia vuol dire tutto e niente. Decretare la situazione pandemica è per dare modo ai paesi di mettere in atto misure eccezionali, è un atto quasi istituzionale, quindi non vuol dire che ora non siamo più sotto attacco pandemico. Fortunatamente i vaccini rendono questa pandemia meno impattante e grave, ma l’allerta va sempre tenuta anche perché, se guardiamo in un’ottica ‘One health’, siamo sotto attacco da tutta una serie di altre patologie infettive, dalle quali dovremmo essere in grado di guardarci e di rispondere in maniera più pronta, rispetto a quanto fatto nella pandemia da Sars-Covid19”. Il congresso della Siti si è aperto proprio con un saluto della presidente, che ha ricordato: “Quello di cui gli igienisti si occupavano secoli fa è tornato purtroppo di moda, dando alla nostra professione un nuovo ruolo centrale e di garanzia. La scarsa attenzione che è stata posta negli ultimi anni verso le risorse in ambito preventivo ha creato dei danni. Il mondo della sanità pubblica, invece, può fare molto”.