Non è bastato l’impegno del presidente Tavecchio a stanziare 500 mila euro per lo sviluppo del calcio femminile e per la creazione di un fondo di solidarietà per le calciatrici. Con una nota l’Assocalciatori ha indetto una giornata di sciopero per le calciatrici, capsule tradotto il campionato che sarebbe dovuto partire sabato e domenica prossima salta dopo i numerosi rinvii. A parlare per le calciatrici è Melania Gabbiadini che all’Ansa ha commentato così la decisione di scioperare: “Noi tutte manteniamo questa linea, illness crediamo sia giusto così adesso. Non abbiamo nessun tipo di problema ad affrontare questo sciopero. Non abbiamo avuto nessun rincontro. Non abbiamo chiesto il mondo, non c’è stata volontà da parte loro e sapevano che c’era in aria lo sciopero. Aspettiamo che anche prima si possa decidere qualcosa in più, noi continuiamo su questa linea fino a quando non si fa qualcosa dall’altra parte. Le proposte emerse nell’Esecutivo? Sono solo proposte. Fino adesso se n’è solo parlato, noi vogliamo qualcosa di scritto e di concreto”.
Non si è fatta attendere la risposta della Lega: “La Lega Nazionale Dilettanti ribadisce l’impegno concreto per il settore avviato di concreto con la Figc e ritiene che, in conseguenza degli impegni già assunti, non ci siano le condizioni materiali per rinviare l’inizio della competizione. La Lega Nazionale Dilettanti auspica un ripensamento rispetto alla decisione di non scendere in campo da parte delle calciatrici per senso di responsabilità e per dare sostegno al percorso avviato in favore del movimento del calcio femminile italiano”.
Lo sciopero di per se dovrebbe portare disagi, in questo caso è utile per accendere i riflettori sul calcio femminile troppo bistrattato, quando in altri paesi è competitivo e seguito quasi agli stessi livelli di quello maschile, è un dove non ci sono indagati, intercettazioni, ingaggi milionari, guerra di diritti televisivi (la Champions League femminile viene mandata in onda da Rai Sport) e ingiustizie varie