i appesantiscono le nubi sulle prospettive dell’economia italiana, già alle prese con una serie di revisioni al ribasso che oscillano tra una crescita dello “zero virgola” per il 2023 (ultima dall’Ocse) e addirittura una recessione (come indicano alcune agenzie di rating).
Il calo della fiducia di imprese e consumatori
L’Istat ha pubblicato oggi i dati sulla fiducia, rimarcando che l’indice delle imprese di settembre segna il terzo calo consecutivo “raggiungendo il valore più basso da aprile 2021. L’andamento dell’indice complessivo è determinato dall’evoluzione negativa della fiducia nella manifattura, nei servizi (in entrambi i comparti l’indice è in calo per il terzo mese consecutivo e raggiunge un minimo, rispettivamente, da febbraio 2021 e da gennaio 2022) e nel commercio al dettaglio”.
Segno “meno” anche davanti alla fiducia dei consumatori, in questo caso dopo il rimbalzo vacanziero di agosto. “L’indice di fiducia dei consumatori, dopo il rimbalzo di agosto, diminuisce nuovamente posizionandosi sullo stesso livello dello scorso luglio – annota l’Istituto statistico – Si rileva un deciso peggioramento soprattutto delle opinioni sulla situazione economica generale e delle aspettative sulla disoccupazione”.
Su quest’ultimo dato, l’Unione nazionale dei consumatori ha un imputato univoco: “Dopo il rimbalzo tecnico di agosto, prosegue la discesa della fiducia dei consumatori dovuta al caro bollette, al carovita e alla caduta del Governo Draghi”, spiega il presidente Massimiliano Dona. “Evidentemente gli italiani non si sono fatti incantare da tutte le promesse fatte in campagna elettorale dai partiti e al momento non sperano in un futuro migliore per il nostro Paese. Non per niente precipitano sia i giudizi che le attese sulla situazione economica dell’Italia, così come le attese per la famiglia. Ora urge che il nuovo Governo sia varato al più presto e che intervenga subito contro l’inflazione galoppante e il gas alle stelle” conclude Dona.
Discorsi simili da parte del Codacons: “L’inflazione alle stelle, il caro-bollette e il perdurare della guerra in Ucraina – spiega il presidente Carlo Rienzi in una nota – sono tutti elementi che hanno letteralmente affossato le aspettative dei consumatori e la fiducia delle imprese, portando l’indice di riferimento ai valori più bassi da oltre un anno. Il vero pericolo ora è rappresentato dai consumi, perché in un contesto di scarsa fiducia e di prezzi e tariffe in costante crescita le famiglie saranno portate inevitabilmente a ridurre la spesa e rimandare gli acquisti, con enormi danni per l’economia nazionale”.
Si ferma il fatturato dell’industria a luglio
In una separata pubblicazione, l’Istat ha aggiornato i dati sul fatturato dell’industria, relativi questa volta a luglio: stima che, al netto dei fattori stagionali, diminuisca dello 0,1%, in termini congiunturali, sintesi di una variazione nulla sul mercato interno e di un calo su quello estero (-0,6%). Corretto per gli effetti di calendario il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 16,3%, con incrementi del 16,5% sul mercato interno e del 15,7% su quello estero. I giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 di luglio 2021. Nel trimestre maggio-luglio 2022 l’indice complessivo è cresciuto del 3,5% rispetto al trimestre precedente (+3,6% sul mercato interno e +3,3% su quello estero).
Repubblica.it