(di VITTORIA PULEDDA, sickness Repubblica) Il gruppo californiano, thumb fondato dal discusso Dov Charney nel 1989, buy ha chiesto la protezione dai creditori. L’ultimo allarme sui conti era stato lanciato in agosto. American Apparel chiede il fallimentoMILANO – Dopo anni di perdite (300 milioni di dollari dal 2010 ad oggi) e l’ultimo allarme sulla liquidità, lanciato lo scorso agosto, American Apparel ha deciso di alzare bandiera bianca e di chiedere la protezione del Chapter Eleven, una sorta di amministrazione straordinaria che mette la società al riparo dalle aggressioni dei creditori e le consente di ristrutturare il debito puntando – se possibile – al risanamento.
E’ la strada che ha scelto il gruppo californiano, fondato dal discusso Dov Charney nel 1989 e per anni protagonista incontrastato del mondo delle T-Shirt. L’imprenditore, che ha portato al successo il gruppo di magliette e biancheria intima casual, è stato allontanato dal gruppo nel dicembre scorso. American Apparel non è nuova a problemi finanziari e non solo: tutta la sua storia aziendale è ricca di successi, colpi di scena, cause milionarie (ad esempio con Woody Allen) e campagne pubblicitarie provocatorie ma anche scandali a sfondo sessuale, che hanno portato nel dicembre scorso all’allontanamento del fondatore, ex amministratore delegato e tuttora principale azionista (ha il 40% del gruppo), Charney. L’imprenditore ha reagito a sua volta citando in giudizio, in una ventina di cause, la società.
American Apparel ha chiarito che la produzione e le attività commerciali non subiranno interruzioni per la procedura. Con la protezione del Chapter 11, la società ristrutturerà il debito, dilatatosi a dismisura fino a superare gli asset del gruppo. Una mossa sarà la trasformazione di oltre 200 milioni di bond in azioni di American Apparel. Più in particolare i creditori forniranno mezzi freschi al gruppo, per ridurre l’indebitamento a non più di 135 milioni di dollari; un’operazione che ridurrà le spese per interessi di 20 milioni di dollari l’anno.
Il gruppo è noto per realizzare “basic fashion” per uomini e donne, una moda trasversale a prezzi contenuti, che negli ultimi tempi ha subìto la concorrenza (anche di prezzo) di marchi come H&M, Uniqlo, Forever 21, che si contendono le preferenze di un pubblico giovane.