Ci serve uno Sure energetico per consentire alle famiglie di affrontare l’incremento dei costi dell’energia che sta intaccando i loro risparmi, i risparmi delle famiglie ma anche la competitività delle nostre aziende”. Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, nella foto, intervenendo a margine del convegno “Mobilità sostenibile e rivoluzione tecnologica nel settore dei trasporti” in corso nella Mostra d’Oltremare di Napoli. “In questo momento storico, come ha detto anche Draghi a Parigi, dove eravamo insieme per il Consiglio dell’Ocse, abbiamo bisogno a livello europeo di strumenti. E serve – ha aggiunto il titolare della Farnesina – uno strumento come Sure per aiutare le famiglie europee e italiane dopo la pandemia”. E ancora: “Nelle prossime settimane dobbiamo portare avanti, in vista del Consiglio Europeo di fine giugno, la battaglia per il tetto massimo al prezzo del gas. Non è solo una battaglia che ci servirà a ridurre i costi per le famiglie sull’energia, che sono insostenibili, o i costi per l’industria, ci servirà anche a tenere a bada l’inflazione, che in tanti Paesi del mondo sta salendo sempre di più”.”Il tetto massimo al prezzo del gas, questa battaglia europea, richiede un’Italia unita politicamente. Noi – ha precisato – abbiamo bisogno di arrivare a quel tavolo a fine giugno, uniti perché dobbiamo affrontare questo tema e portare a casa il risultato”. “È chiaro che il futuro è nelle rinnovabili, e l’indipendenza dal gas russo passa per le energie rinnovabili e per nuove partnership energetiche. Ma – ha osservato Di Maio – nel brevissimo termine noi stiamo ancora utilizzando in maggioranza il gas e il gas ha un prezzo fuori controllo a causa delle speculazioni che si stanno facendo al Ttf di Amsterdam, che non riguardano le quantità”. “C’è bisogno di grande unità e questo vale anche per le iniziative sulla sicurezza alimentare. Se non interveniamo il prima possibile avremo decine di migliaia di migranti in più dall’Africa che verranno in direzione europea”. Per il ministro “la sicurezza alimentare non è un tema che riguarda fortunatamente i Paesi europei: qui aumentano i prezzi delle famiglie, ma le derrate alimentare si trovano. Il problema del grano in Africa scaturisce dal blocco militare delle navi russe al largo dei porti ucraini, che non stanno facendo uscire 30-40 milioni di tonnellate di grano. Questo può provocare nuovi colpi di Stato in Africa, la proliferazione di organizzazioni terroristiche e migrazioni. Dobbiamo intervenire”. “Abbiamo sostenuto il tentativo di dialogo in Turchia, che non sembra aver portato immediatamente dei risultati. Io credo che abbiamo bisogno di un’azione collegiale con a capo le Nazioni Unite. E la comunità internazionale deve far vedere alla Russia che sta tutta dalla stessa parte, quella cioè del popolo ucraino ma anche di tutti i popoli che stanno soffrendo in questo momento l’insicurezza alimentare perché il grano non esce dai porti ucraini”, ha aggiunto Di Maio.