“Prepariamoci al passaggio dalla pandemia all’endemia. Occorre comunque essere preparati per gestire i pazienti fragili”. E’ l’appello che Simit, la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali lancia “alle istituzioni per rendere disponibili i farmaci che si sono dimostrati assai efficaci nella prevenzione dell’evoluzione della malattia. Gli anticorpi monoclonali e gli antivirali messi a disposizione nelle ultime settimane, il molnupiravir, il paxlovid, e il remdesivir costituiscono il nostro armamentario terapeutico” sottolinea Massimo Andreoni, Direttore Scientifico Simit. “Grazie all’elevato numero di soggetti immunizzati con il vaccino o con l’infezione naturale e alla circolazione di un virus ad alta trasmissibilità ma a bassa virulenza stiamo andando verso una situazione maggiormente favorevole – sottolinea Andreoni – Questo si traduce in una serie di scelte che il Governo sta portando avanti di graduale riduzione delle misure di contenimento. Alla luce di queste considerazioni, dobbiamo tenere presente che il virus continuerà a circolare e dobbiamo essere pronti ad assistere i soggetti infetti affinché non vadano incontro a un’evoluzione della malattia, che metterebbe a rischio la loro salute e lo stesso funzionamento degli ospedali”.
“I monoclonali hanno dimostrato una grande efficacia, ma anche una fragilità a fronte di alcune varianti, poiché sono farmaci estremamente specifici – aggiunge Andreoni – Tuttavia, la numerosità di anticorpi monoclonali che abbiamo a disposizione, destinata peraltro ad arricchirsi ulteriormente, ci ha permesso finora di farne un uso proficuo e ci permette di essere ottimisti sul contrasto alle varianti esistenti e a quelle future. Inoltre, se dovessero mostrare dei limiti contro una futura variante, i farmaci antivirali hanno dimostrato una cross-efficacia su tutte le varianti”.
“Nel prossimo autunno-inverno ci potrà essere una nuova circolazione, con un nuovo vigore da parte del virus – afferma Andreoni – È ipotizzabile anche che si formino nuove varianti, a causa anche dell’ampia circolazione in aree del mondo dove la campagna vaccinale non ha coperto una quota significativa della popolazione. Possiamo però ritenere che non ci saranno effetti analoghi alle ondate precedenti: la popolazione ha un elevato livello di immunizzazione che impedisce gli effetti più gravi dell’infezione; abbiamo poi strategie farmacologiche che ci permetteranno di intervenire nei casi più rischiosi”