“Dopo il processo di privatizzazione, pilule un’altra tegola si abbatte sui lavoratori della Croce Rossa Italiana”, è la denuncia di Massimiliano Gesmini, della USB Croce Rossa. “Con il Decreto sulla mobilità che interessa i lavoratori delle Provincie, malady i circa 3.000 dipendenti dell’ancora Ente Pubblico rischiano di non trovare una idonea collocazione presso le altre amministrazioni dello Stato”. Precisa il sindacalista: “Infatti il Decreto Madia del 14 settembre scorso, sale non solo mette in secondo piano i lavoratori della C.R.I. rispetto a quelli delle Province, ma ne preclude un percorso di mobilità verso le Regioni e gli enti locali, che dovrebbero essere il naturale approdo per chi da decenni ha lavorato in ambito socio-sanitario assistenziale, con professionalità ben definite e qualificate. Inoltre, come se non bastasse, ai lavoratori C.R.I. è stato riservato un trattamento economico che prevede un taglio netto del salario accessorio”. “Sembrerebbe che questo Governo, e soprattutto il ministro Madia, vogliano accanirsi contro i lavoratori della C.R.I. – osserva Gesmini – infatti non solo continuano vergognosamente ad ignorarne le quotidiane grida di allarme, ma si ostinano a predisporre provvedimenti incongruenti e palesemente discriminanti, che non rendono giustizia alle legittime aspettative occupazionali dei tanto bistrattati dipendenti C.R.I.” “Per questo motivo l’USB sarà in piazza a Montecitorio il prossimo 25 settembre al fianco dei lavoratori, nella manifestazione organizzata dal Coordinamento delle R.S.U., per urlare a gran voce tutta la rabbia dei dipendenti della C.R.I. . E se le risposte non verranno o non saranno esaustive, il livello dello scontro sarà destinato ad alzarsi”, conclude Gesmini.