Palazzo Chigi: ‘Facciamo tanto per famiglie, lavoratori e pensionati’
Cgil e Uil hanno proclamato per il 16 dicembre uno sciopero di otto ore con manifestazione nazionale a Roma.
La Cisl ha programmato una riunione nella giornata di domani. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha dichiarato: “La manovra è una manovra che come tutte può avere luci ed ombre ma sicuramente rafforza le garanzie per i lavoratori, aumenta le risorse sul fronte del sociale, e anche con la scelta investire gran parte tesoretto fiscale sul fronte Irpef. Sicuramente non è una riforma che penalizza lavoratori e pensionati – ha aggiunto – Ritengo legittima la scelta del sindacato, rispettabile, ma non la definirei affatto scontata o dovuta”.
Come Orlando, anche Palazzo Chigi è rimasto sorpreso rispetto alla decisione dei sindacati, riaffermando che la legge di bilancio “è espansiva e sostiene con i fatti lavoratori, pensionati e famiglia”, è intenzionato a trovare un accordo per evitare lo sciopero. Infatti sono già previsti nuovi incontri con le forze sindacali.
“Non è vero che questa manovra dà meno a chi ha meno. I numeri dicono altro – si ragiona sempre in ambienti dell’Esecutivo – questa è una manovra espansiva che accompagna fuori da questa drammatica emergenza fronteggiando le molte situazioni di disagio e di potenziale impoverimento”. Ma secondo i segretari generali Maurizio Landini e Pier Paolo Bombardieri le scelte sono “insoddisfacenti”, soprattutto quelle legate a fisco, pensioni, scuola, politiche industriali, che alla luce delle risorse disponibili avrebbero dovuto essere più dirette, per ridistribuire davvero la ricchezza.
L’iniziativa arriva sette anni dopo l’ultimo sciopero generale indetto sempre da Cgil e Uil contro il Jobs act firmato Matteo Renzi. Adesso la protesta è affidata a Landini e Bombardieri, contrari soprattutto a come vengono distribuiti gli 8 miliardi per il taglio delle tasse.
L’emendamento del governo sul taglio delle tasse sarà tra poche ore in Senato, forse già domani, dove verranno decisi i termini per i sub-emendamenti. Anche se i partiti di maggioranza sostengono la trattativa raggiunta la scorsa settimana, provano comunque ad avanzare delle modifiche. Forza Italia ad esempio, oltre a tornare sull’abolizione dell’Irap, che costerebbe tre miliardi di euro, in un altro dei circa 170 emendamenti alla manovra indicati come ‘segnalati’ chiede un’aliquota Irpef al 15% per i redditi fra i 12mila e i 15mila. Il M5S, invece, propone la ‘easy tax’, per rendere più progressiva l’uscita dalla flat tax di autonomi e partite iva che dichiarano più di 65mila euro.