Il credito Irpef dovrebbe essere cancellato solo “formalmente”, così da poter essere erogato comunque sotto forma di detrazione: ecco chi ne usufruirà
Con la riforma dell’Irpef approvata nei giorni scorsi si è parlato del fatto che il bonus da 100 euro in busta paga sarebbe stato riassorbito dalle detrazioni fiscali. Tuttavia non sembra essere così, dato che diversi esponenti della maggioranza stanno cercando di fare chiarezza agli occhi dei contribuenti.
Il bonus è stato introdotto nel 2016 dall’allora premier Matteo Renzi. Inizialmente era pari ad 80 euro per ogni beneficiario, poi è stato ritoccato fino alla quota di 100 euro durante il secondo esecutivo Conte. Il governo giallorosso ha fatto di più: lo ha esteso a tutti i redditi inferiori a 40 mila euro.
Sembra che il credito Irpef non sarà cancellato, sebbene sia stato inglobato dal nuovo disegno di aliquota (su cui stanno lavorando i ministri competenti nel quadro della riforma fiscale), pare che continuerà ad essere erogato anche nel 2022, questa volta sotto forma di detrazione fiscale. Il primo ad intervenire è stato Luigi Marattin, deputato di Italia Viva e presidente della commissione Finanze della Camera. Il parlamentare renziano ha detto che “oltre a semplificare il sistema, trasformare il bonus in detrazione eviterebbe di creare dei salti di aliquota marginale effettiva”.
“Inoltre – queste le sue parole – un bonus può sempre essere cancellato con un tratto di penna”. Ha poi aggiunto che “con una detrazione strutturale unica, essendo incastrata nel sistema fiscale, questo progetto è un po’ più difficile”. Con la riforma si completerebbe “il passaggio formale da erogazione diretta a detrazione fiscale”.
La sostituzione del bonus Irpef porterebbe ad un risparmio non indifferente per le casse erariali, calcolato attorno ai 16 miliardi di euro. Queste risorse, secondo le ultime indiscrezioni, potrebbero andare ad aumentare le detrazioni da lavoro dipendente.
Non si può ancora stimare quale sarà l’impatto effettivo della riforma fiscale per chi percepisce il bonus. L’intenzione del governo, in base alle parole di altri parlamentari, è che la riforma delle detrazioni vada a vantaggio delle fasce medio-basse.
Nel frattempo è stato raggiunto l’accordo politico sugli scaglioni dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, che scendono da 5 a 4, così come le aliquote. La fascia di reddito più bassa, fino a 15 mila euro, resta invariata al 23%, quella 15-28 mila scende dal 27% al 25%, quella 28-50 mila va dal 38% al 35%, mentre oltre i 50 mila euro annui si passa direttamente al 43%. Viene cancellata, quindi, l’aliquota del 41%.