Analizzare il posizionamento delle imprese per mettere a sistema l’impegno profuso in questi anni, con l’obiettivo di guidare al meglio delle possibilità il processo di transizione green. È questo il punto di partenza del percorso intrapreso da FederlegnoArredo per affrontare la sfida della sostenibilità, che ha trovato una prima sintesi nella survey “Legno-arredo italiano nella transizione ecologica”, fotografia del settore realizzata in collaborazione con la fondazione Symbola e presentata nel corso dell’assemblea annuale della Federazione.
“Abbiamo voluto prima guardarci allo specchio, con un approccio molto pragmatico che ci aiuti a mettere a fuoco i nostri punti di forza e quelli su cui dobbiamo lavorare di più, ma nella piena consapevolezza che indietro non si torna” ha spiegato durante l’assemblea il presidente di FederlegnoArredo Claudio Feltrin, nella foto. Il documento è una sorta di decalogo che presenta gli obiettivi che la filiera intende perseguire, “con l’ambizione di diventare una voce autorevole sul tema e fornendo una guida agli operatori del settore. A inizio 2022 verranno poi esplicitate e articolate le famiglie di azioni da intraprendere e gli indicatori di avanzamento con cui monitorare il percorso in atto, per arrivare nei prossimi cinque anni a poter dire, numeri alla mano, che abbiamo davvero posto la sostenibilità al centro del nostro operato. FederlegnoArredo ha il dovere e il privilegio di fare la differenza”. L’industria legno-arredo italiana è terza a livello internazionale e come si legge in “Italia 10 selfie”, elaborato dalla Fondazione Symbola, è prima in Europa in economia circolare e produce meno emissioni climalteranti degli altri grandi Paesi Ue: 26 kg ogni mille euro di produzione, a fronte dei 43 della Germania, dei 49 francesi, degli 79 britannici e degli oltre 200 spagnoli. Inoltre la quasi totalità della produzione italiana di pannelli truciolari è fatta interamente con legno riciclato. Ci sono tutte le condizioni per essere protagonista nella sfida aperta dalla UE e dai grandi Paesi del mondo per l’azzeramento delle emissioni di CO2 entro il 2050 partendo da una tradizione consolidata”. Lo ha dichiarato il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci.
Dai risultati si evince prima di tutto che il 67% delle aziende usa materiali o semilavorati realizzati con materiali riciclati, una su quattro in percentuale superiore al 25%. L’81% delle aziende utilizza legno prodotto in modo sostenibile, quota che sale all’89% se si considerano le aziende del legno. Per quanto riguarda la fase di progettazione – che contribuisce a stabilire fino all’80% degli impatti ambientali nel ciclo di vita del prodotto – si evidenzia che circa il 50% delle imprese considera fondamentale la riduzione degli imballaggi, la riciclabilità dei prodotti e l’efficienza energetica, mentre un terzo considera nella medesima fase criteri tipici dell’economia circolare quali riparabilità e riuso. Sul fronte dei processi produttivi, il 64% delle imprese ha implementato interventi di efficientamento, due terzi dei quali hanno portato a una riduzione degli scarti di produzione, e più della metà delle aziende interpellate afferma di riutilizzare gli scarti interni o esterni. Il 44% ha attivato, negli ultimi 3 anni, meccanismi di riduzione dei consumi idrici, incluso il riutilizzo delle acque di processo.