Evergrande cade e le piazze finanziarie mondiali ora temono una Lehman Brothers cinese in grado di affondare il sistema finanziario globale. Inoltre, a inasprire i mercati, è la riunione della Fed, che si terrà mercoledì. Questa potrebbe annunciare i tempi per il ritiro degli stimoli all’economia introdotti per la pandemia.
A rincarare la dose sugli scambi è l’appello del segretario al Tesoro americano Janet Yellen per un aumento del tetto del debito: non farlo – ha detto – significherebbe scivolare in una nuova crisi e in recessione. Lo sviluppatore immobiliare più indebitato al mondo ha chiuso in calo del 10,24% a Hong Kong, ai minimi dal maggio 2010, confermandosi sotto una crescente pressione in vista anche della scadenza di giovedì quando è in calendario il pagamento di interessi su bond offshore. Un pagamento che, con molta probabilità, salterà scatenando – è la paura diffusa – un effetto domino.
Il crollo di Evergrande in borsa porta alla ribalta le paure degli investitori per il mercato immobiliare cinese e il timore che Pechino possa estendere le sue politiche sulla casa – un “bene per vivere, e non per la speculazione” – anche a Hong Kong. Timori che fanno affondare tutte le piazze finanziarie.
Le borse europee tracollano con Evergrande: Milano perde il 2,5% appesantita dalle banche e dai petroliferi, Wall Street archivia la peggiore seduta da maggio confermando la cautela degli investitori nel mese di settembre. “Gli investitori si stanno riposizionando in attesa del probabile default dello sviluppatore cinese Evergrande nei prossimi giorni e delle più ampie implicazioni che questo potrebbe avere sul mercato”, spiegano alcuni analisti. Altri osservatori credono che l’elevata volatilità del lunedì nero sulle borse sia normale dopo un lungo periodo di tranquillità e a fronte di valutazioni dei titoli molto elevate. Il riposizionamento sui mercati viene prima del previsto annuncio della Fed sulla riduzione degli acquisti di asset mercoledì, con il successivo avvio del tapering da novembre.
Per il presidente Biden, inoltre, c’è da risolvere il nodo dei democratici progressisti, i quali chiedono un cambio al vertice della banca centrale privilegiando una donna o una minoranza, ma soprattutto qualcuno più attento al clima rispetto all’attuale presidente. Fra le incognite che agitano gli investitori c’è poi l’acceso scontro sull’aumento del tetto del debito. Nel mese di ottobre, ha avvertito Yellen, gli Stati Uniti non avranno più fondi a disposizione per far fronte ai loro obblighi di pagamento e senza un aumento il rischio è quello di un default, con conseguenze mondiali. “Un default potrebbe far schizzare i tassi di interesse, causare un crollo dei mercati finanziari. La nostra ripresa economica si trasformerebbe in recessione, con milioni di posti di lavoro persi”, ha dichiarato il segretario al Tesoro americano.