Aspettando il confronto tra Governo e Sindacati, resta da chiarire lo scenario del post Quota 100, ovvero l’uscita anticipata con almeno 62 anni d’età e 38 di contributi. La misura andrà a decadere dal prossimo 31 dicembre.
Il leader della Lega Matteo Salvini, in merito alla questione dice: “Non permetteremo un ritorno alla legge Fornero. Io ho la testa al 31 dicembre quando scade Quota 100”.
Quindi, Salvini non ne vuole sapere di un ritorno alla Fornero, i Sindacati, con la richiesta vincolante di nuove forme di flessibilità, puntano a Quota 41 (possibilità di uscita al quarantunesimo anno di contribuzione, a prescindere dall’età anagrafica) o su pensionamenti anticipati con 62-63 anni.
Secondo il Sole24Ore, bisogna fare i conti con il MEF, che guarda con “distacco a tutte le ipotesi di nuove Quote e di forme di uscita anticipata per tutti”. Così come Palazzo Chigi, consapevole che sul capitolo previdenza la marcatura dell’Europa è strettissima.
Si pensa, quindi, di ripartire da strumenti già a disposizione, in versione rafforzata: su tutti, l’Ape sociale che “dovrebbe essere utilizzabile anche da altre categorie di lavoratori impegnati in attività considerate gravose o usuranti”. Possibilità avvallata anche dal Presidente dell’Inps Tridico (nella foto).
Decisivo per l’allargamento della platea lo studio affidato all’apposita Commissione tecnica istituita dal ministro del Lavoro, Orlando. Il Carroccio potrebbe approvare l’opzione.