È ufficiale, Selfridges è stata messa all’asta dalla famiglia Weston, proprietaria della celebre catena britannica, fissando un prezzo di partenza di 4 miliardi di sterline (circa 4,7 miliardi di euro). Le indiscrezioni circa la possibile vendita circolavano già da giugno, alimentate anche dalla notizia della morte dell’ottantenne capofamiglia, Galen Weston, che aveva guidato l’acquisto di Selfridges, per 628 milioni di sterline, nel 2003. Selfridges è presente nel mondo con 25 negozi di cui il più famoso resta il flagship store in Oxford street a Londra. “Ora – si legge sulla testata inglese Guardian – la famiglia ha nominato consulenti di Credit Suisse per supervisionare l’asta e intende inviare i documenti di vendita a un’élite di potenziali acquirenti nelle prossime settimane. Gli asset in palio includono i quattro negozi di Selfridges nel Regno Unito (a Londra, Manchester e Birmingham) così come i grandi magazzini Brown Thomas e Arnotts in Irlanda e De Bijenkorf nei Paesi Bassi”. Oltre a quelle nominate, il gruppo controlla anche la catena canadese Holt Renfrew. Ad oggi non sarebbe pervenuta nessuna offerta formale. “Fonti di mercato – si legge su Wwd – hanno individuato la Abu Dhabi Investment Authority, il Fondo per gli investimenti pubblici dell’Arabia Saudita e la Qatar Investment Authority, che già possiede Harrods, come offerenti interessati. Anche Lane Crawford di Hong Kong è vista come un potenziale acquirente”. “La famiglia – prosegue il Guardian – ha continuato a mantenere Selfridges in prima linea nella vendita al dettaglio, investendo milioni di sterline nei negozi, organizzando grandi eventi e sviluppando ristoranti, un cinema e persino uno skate bowl presso il punto vendita di Londra per attirare visitatori”. Nell’anno fiscale chiuso a febbraio 2020, le vendite sono aumentate del 7% a 1,97 miliardi di sterline, mentre i profitti sono scesi del 10% a 88 milioni. “Sebbene Selfridges sia vista come un’azienda di successo che si è trasformata in una meta per i visitatori di tutto il mondo, è improbabile che si sia dimostrata immune al mutare delle abitudini dei consumatori, che già hanno portato alla scomparsa delle catene di grandi magazzini di fascia media Debenhams e Beales, nonchè alla chiusura di diversi punti vendita John Lewis e House of Fraser“, conclude il Guardian.