Il fatturato complessivo del primo semestre dell’anno, per il colosso anglo-olandese che controlla circa 400 marchi nel campo dell’alimentazione, bevande, prodotti per l’igiene e per la casa, è stato di 25,8 miliardi di euro, appena sopra i 25,7 miliardi di euro previsti dagli analisti. Unilever ha registrato vendite sottostanti in aumento del 5,4% nei primi sei mesi dell’anno, battendo quindi il 4,3% preannunciato dagli analisti. L’utile per azione sottostante è stato di 1,33 euro per il primo semestre, battendo la stima di 1,24 euro, mentre il margine operativo sottostante è sceso di 1 punto percentuale, meno del calo di 1,2 punti percentuali che gli analisti si aspettavano. Il free cash flow è stato di 2,4 miliardi di euro, rispetto ai 2,9 miliardi di euro del primo semestre 2020. Comunicato anche un dividendo trimestrale agli azionisti di 0,4268 euro per azione e un programma di riacquisto di azioni fino a 3 miliardi di euro.
“La crescita competitiva è la nostra priorità e siamo fiduciosi che raggiungeremo la crescita delle vendite di base nel 2021 ben all’interno del nostro quadro pluriennale del 3-5%, nonostante le sfide più impegnative nella seconda metà dell’anno – ha commentato il CEO Alan Jope – Abbiamo visto emergere un’ulteriore aumento dei costi nel secondo trimestre. Lo stiamo gestendo bene e prevediamo di mantenere il margine operativo sottostante per il 2021 intorno a un livello piatto”. Ciò corrisponde a una revisione al ribasso, in quanto la società aveva in precedenza affermato che i margini operativi sottostanti sarebbero leggermente aumentati.