(Repubblica) Richiesta di Ipo, nuovo statuto e due nuovi consiglieri di amministrazione, ampoule Umberto Nicodano e Chiara Palmieri, per Poste Italiane. Nel semestre, intanto, l’utile raddoppia oltre 430 milioni.
MILANO – Il cda di Poste Italiane ha approvato la domanda di ammissione alla quotazione alla Borsa Italiana e la proposta all’assemblea per l’adozione del nuovo Statuto. A stretto giro, l’assemblea successiva ha dato il via libera alla domanda di quotazione in borsa e ad approvare il nuovo statuto che entrerà in vigore con la quotazione.
Tra le modifiche statutarie con efficacia immediata, annunciate dall’azionista Tesoro, vi è l’ampliamento del consiglio di amministrazione, che potrà contare su un numero di componenti non inferiore a 5 e non superiore a 9. Il Mef delibera inoltre la nomina di due consiglieri, portando così il numero dei componenti del cda da 5 a 7, nelle persone di Umberto Nicodano e Chiara Palmieri, che resteranno in carica fino alla conclusione del mandato dell’attuale consiglio. L’integrazione del cda a 9 membri si completerà dopo la quotazione per consentire la nomina di rappresentanti delle minoranze azionarie.
Il processo di apertura del capitale ai privati si realizzerà, conferma la nota, in coerenza con quanto previsto dal decreto del presidente del Cdm del 16 maggio 2014, che ha autorizzato il Tesoro, in quanto azionista di Poste, a procedere all’alienazione fino a 40% del capitale della società “attraverso il ricorso a un’offerta pubblica di vendita rivolta al pubblico dei risparmiatori in italia, inclusi i dipendenti del gruppo poste italiane, e/o a investitori istituzionali italiani e internazionali.” Quanto allo statuto, in particolare nel corso dell’assemblea si procederà all’approvazione del nuovo testo statutario che entrerà in vigore al momento della quotazione delle azioni “al fine di adeguare lo statuto alla normativa legislativa e regolamentare dettata per le società che fanno ricorso al mercato dei capitali, nonchè alle disposizioni previste dal codice di autodisciplina predisposto dal comitato per la corporate governance”.
Nello stesso contesto il Mef approverà un adeguamento con efficacia immediata, al fine di consentire a Poste di conformarsi già in anticipo alla suddetta disciplina, sebbene con i necessari adattamenti conseguenti all’attuale status di società partecipata esclusivamente dallo stato, che poste manterrà fino al giorno della quotazione. Tra le modifiche statutarie immediate c’è proprio l’ampliamento del cda. Ampliamento che “consente di arricchire il consiglio di amministrazione con competenze ulteriori e funzionali al processo di privatizzazione e anche ad una adeguata composizione dei comitati costituiti o che verranno costituiti in linea con le vigenti disposizioni di vigilanza”.
Poste ha chiuso intanto i primi sei dell’anno con un utile netto di 435 milioni di euro, quasi raddoppiato rispetto ai 222 milioni dello stesso periodo del 2014, e ricavi in aumento del 7% a 16 miliardi, a fronte dei 15 miliardi del primo semestre dell’esercizio scorso. Lo riferisce una nota, che sottolinea la positiva performance del comparto assicurativo, i cui ricavi risultano in aumento del 10,9% a 11,2 miliardi.