“Choosing Wisely, altrimenti detto: fare di più non significa fare meglio”. E’ questo il messaggio ribadito dall’Associazione Medici Endocrinologi (AME-ETS) in vista della Settimana mondiale della Tiroide, che si terrà dal 24 al 30 maggio. “Sono ancora tanti gli esami e i trattamenti per la tiroide che continuano a essere prescritti ed effettuati senza che ci sia un motivo valido”, spiega Franco Grimaldi, presidente dell’AME-ETS.
“Spesso sono i pazienti a chiederlo e i medici a cedere per paura di conseguenze medico-legali. Ma è sbagliato – continua – per svariate ragioni: da un lato per lo spreco di risorse e dall’altro per possibili conseguenze sulla salute, fisica e mentale, dei pazienti che in realtà non avrebbero bisogno né di seguire trattamenti e né di sottoporsi a esami”. 3) Non richiedere il dosaggio del testosterone libero per sospetto ipogonadismo e iperandrogenismo. Il metodo di riferimento da utilizzare come supporto diagnostico è quello che si basa sul testosterone totale.
4) Non richiedere di routine il dosaggio della FT3 nei pazienti con patologia tiroidea. Nei casi di disturbi aspecifici e a basso rischio è sufficiente soltanto la rilevazione del TSH. In caso quest’ultimo fosse elevato, si procede con il dosaggio degli ormoni tiroidei, FT4 e FT3. Inoltre, nel monitoraggio della terapia sostitutiva dell’ipotiroidismo con L-tiroxina il dosaggio della FT3 non è utile per valutare l’adeguatezza della posologia.
5) Non prescrivere la levotiroxina indiscriminatamente. Solo in casi selezionati di pazienti con noduli tiroidei possono trarre beneficio dalla levitiroxina per prevenire la comparsa di altri noduli o l’aumento del volume della tiroide. In alcuni casi, come donne in menopausa con osteoporosi e anziani con cardiopatie, può avere effetti collaterali.
“In ogni caso è necessario sempre affidarsi alla valutazione e al giudizio del medico”, conclude Grimaldi.