Un innovativo modello assistenziale domiciliare digitale e che verrà implementato nei prossimi 36 mesi attraverso la collaborazione con le strutture ospedaliere in Emilia-Romagna, Lazio, Toscana e Sicilia.
È quanto prevede il progetto ideato e coordinato dall’Upmc,
l’University of Pittsburgh Medical Centre, nell’ambito di BI-REX for Life Science, l’hub policentrico con sede a Bologna.
L’iniziativa punta ad una maggiore omogeneità territoriale con l’introduzione di un nuovo modello di assistenza domiciliare digitale post Covid-19, incentrato sui territori e sulle reti di assistenza socio-sanitaria di prossimità. Il progetto prevede soluzioni innovative per una sanità di prossimità sempre più accessibile, sicura e tecnologica: dai Big Data alla robotica, dall’Intelligenza Artificiale all’Internet of Things, l’iniziativa prevede tre progetti pilota e 46 attività in sette aree di intervento, individuate per contribuire alla transizione digitale del Sistema sanitario nazionale, in coerenza con le priorità del Piano Next Generation Italy 2021.
“Con l’esplosione della pandemia da Covid-19, e le conseguenti criticità riscontrate in numerose strutture sanitarie, è emersa l’urgenza di introdurre nuovi modelli per migliorare l’efficienza, la flessibilità e l’accesso ai servizi sanitari – ha commentato Giovanni Vizzini, direttore medico-scientifico di UPMC – la nostra proposta introduce un nuovo paradigma di assistenza sanitaria sempre più immediata, accessibile e personalizzata, che va oltre l’attuale emergenza: è potenzialmente applicabile a molti altri settori della medicina, dal trattamento delle malattie croniche e la psicoterapia, alla gestione della catena di distribuzione dei farmaci. Il SSN e i cittadini italiani potranno beneficiare di un nuovo modello organizzativo che, grazie alla tecnologia, protegge i pazienti vulnerabili, riduce i costi, raccoglie dati utili per un’assistenza sempre più accurata e fornisce trattamenti ai pazienti nella tranquillità delle loro case”. Un vero e proprio “Servizio medico digitale” completamente integrato con tutti i servizi clinici forniti dalle organizzazioni sanitarie e sociosanitarie e basato su una piattaforma tecnologica avanzata: strumenti e servizi di telemedicina e connected care a supporto dell’accessibilità alle cure per pazienti fragili e anziani nelle RSA e nelle case di cura.
Il modello consentirà agli operatori sanitari di fornire un’efficace e sicura assistenza da remoto e di monitorare i pazienti per garantire l’accesso alle cure anche al di fuori dell’ospedale. In questa prospettiva, il progetto si pone in stretta connessione con la rete degli ambulatori e dell’assistenza primaria e con le future “Case della Comunità”.
L’obiettivo principale del progetto è fornire un nuovo modello organizzativo che aumenti l’accesso continuo alle cure per i pazienti anziani nell’ambiente pandemico globale e riduca la loro necessità di ricovero in ospedale, riducendo così il rischio di contrarre il virus in strutture sanitarie ad alto rischio e pronto soccorso.
Il test verrà eseguito tramite un pilota, in cui verranno affrontati alcuni casi d’uso, tra cui tele-visite tra medico e persone in autoisolamento asintomatiche / paucisintomatiche e pazienti non Covid-19 con malattie croniche; tele-ICU tra medici di diverse strutture cliniche; teleconsulti per i medici delle case di cura del Sistema Sanitario Nazionale; monitoraggio dei pazienti ricoverati dalle sale di controllo.
UPMC, partner della Conferenza Europea di Telemedicina (ETC), vanta una comprovata esperienza nella gestione di programmi e servizi di telemedicina. In Italia, grazie al sostegno del Governo degli Stati Uniti, è attualmente impegnata nella progettazione e nello sviluppo di una piattaforma di telemedicina per le fasce di popolazione più vulnerabili.